mercoledì 1 settembre 2010

lettera a un inglese medio a proposito del gioco dei birilli

Caro John Bull, o come-ti-chiami,
premetto che non mi stai molto simpatico, visto che dovunque hai posato le tue chiappe di amministratore dell'Impero, adesso c'e' una guerra. Ma ho visto qualcuno dei tuoi consapevole di questa faccenda, il che fa onore anche a te. Sebbene sia noto che di politica capisci meno della mia compagna di classe che si chiamava Patrizia, era ripetente e voto' quando noi eravamo ancora al quarto anno di liceo. E ignorava la differenza tra Camera e Senato. Lei aveva argomenti convincenti per far dimenticare a noi maschietti il grave problema di affidare il nostro destino anche al suo voto ignorante - quel genere di argomenti, diciamo, ormonali. Era ripetente, appunto. Tu non hai le tette, ma una panza cospicua e  hai mandato a casa Churchill dopo che ha vinto la guerra. Per dire quel che capisci di politica, John Bull. Ma ti perdono anche questo.
Inoltre, sia ben chiaro che ti ammiro per la capacita' di trangugiare quella roba che si chiama Marmite, che qui la mettete persino sui bagel. E non riusciro' mai a bere quanto bevi tu, praticamente a tutte le ore, e probabilmente anche prima di votare.
Ora, in Pakistan e' stato scoperto un giro di mazzette che coinvolge la nazionale di quello sport buffo che si gioca vestiti di bianco, ci sono dei birilli, e di solito perde la squadra che gioca controsole. Si', non ci capisco una mazza (ci sono pure delle mazze, in quello sport), mi ci annoio anche, ma questo non e' colpa tua, John Bull. Annoiarsi quando si guarda uno sport non ha nulla a che fare con quel che succede in campo, come mi spiego', nel periodo dei mondiali di calcio, un simpatico americano esperto di baseball che trovava noioso il soccer.
Io provo ad immaginare cosa succederebbe se si scoprisse che un paio di attaccanti della nazionale italiana di calcio, piu' il portiere, si sono fatti corrompere per perdere delle partite. E putacaso la nazionale di calcio si trovasse in tour un Paese con molti immigrati italiani, facciamo l'Argentina, con quei quattro felloni seduti sul bus assieme ai loro colleghi. Roba brutta, certamente. E quindi capisco che la stampa, di destra, di sinistra, di centro, di argento e oro (la BBC, dico, con riferimento agli stipendi dei giornalisti) faccia dei gran titoli sulla nazionale di cricket del Pakistan e la tragedia collettiva per i pakistani ovunque si trovino, che sia Inghilterra o madrepatria. Tutto molto comprensibile.
Ma quello che faccio fatica a comprendere, John Bull, e' la teoria che per l'orgoglio nazionale del Pakistan questa roba sarebbe una tragedia che aggrava il dramma della alluvione di questi giorni. Centinaia di migliaia di persone hanno perso casa, familiari e beni. Ci sono milioni di sfollati. La fame e la disperazione attendono una generazione intera di abitanti del Sindh. Esattamente, John Bull, credi che la nazionale di cricket, trionfando in una gara di birilli, possa cambiare qualcosa per quei milioni di persone?
Vediamo se la capisci cosi': un terremoto distrugge casa tua, perdi anche la possibilita' di accedere al tuo conto in banca perche' lo stesso terremoto viene usato come scusa per nasconderti i documenti, hai davanti un inverno gelido al termine del quale gli avvocati della compagnia immobiliare e della banca si presenteranno a te dimostrandoti che devi pagare un sacco di soldi, e prova tu a fare loro causa, perche' il difensore civico e' fratello del direttore della banca, il tuo amato pub e' in frantumi e li' dentro sono morti i tuoi figli che correvano a cercarti quando il terremoto e' iniziato, la figlia chissa' dove e' finita ti hanno detto che un tale se la sta spupazzando nel retro di una bottega rimasta in piedi, non hai notizie di tua moglie, ovviamente hai perso il lavoro, pero' la nazionale di calcio ha vinto. Che consolazione, vero? No?
E allora perche' cavolo i pakistani dovrebbero sentirsi meglio pensando ai birilli?

3 commenti:

Yossarian ha detto...

Bel post Nahum. John Bull ha in effetti il vizietto di fare la morale agli altri e di non riuscire a comprendere le lingue e le usanze altrui, che gli sembrano buffe.

Io sta cosa degli inglesi non la capisco e fatico a capirla.

Voglio dire: oltre la Manica "hic sunt leones".

Il mio capo - ha un PHD in biochimica ed e' persona istruita - una volta stava facendo con me un quiz sui gruppi musicali british degli anni 80.

Io non ne sbagliai uno e lui si complimento' dicendomi: " incredibile se pensiamo che eri in Italia all'epoca".

Non c'e' malafede quando dicono ste cose: e' pura demenza. Loro pensano che il mondo finisca oltre la Manica.

Comunque, insieme a un tedesco che aveva assistito al quiz, dovemmo pazientemente spiegargli che il Continente e':

A) abitato

B) abitato da gente spesso piu' civile di John Bull.

C) che i Cure li ascoltano anche in Nepal.

נחום ha detto...

Fino ad un certo punto tutti quanti pensano di essere il centro del mondo. C'era una bellissima conferenza di Malcolm McLaren (si' lui) in cui raccontava l'estremo cui in UK giunge questa tendenza.
Un tratto tipicamente britannico mi sembrava questa idea che i pakistani possano consolarsi con il cricket e dimenticare la tragedia piu' grande della loro storia, perche' la loro squadra vince il gioco dei tre birilli, a patto che le regole siano rispettate.
C'e' secondo me qualcosa di molto paternalistico, coloniale, in questa presunzione. Panem et circenses, insomma, quello che ogni imperatore elargisce ai popoli sottoposti. Anche quando la catastrofe non c'entra una fava con il colonialismo e l'impero; ma certo non manchera' l'editoriale del Guardian o dell'Indipendent che accusa gli uomini bianchi per il fatto che il Pakistan ha l'atomica, eppure non puo' fermare le alluvioni.

none ha detto...

Mi sa che dentro il tea ci sciolgono l'lsd.
molte grazie del link nel blogroll.
bye.