lunedì 27 settembre 2010

Ho riletto il mio post di ieri, compreso l'update. In breve, io osservavo che:
a) il presente pessimo stato dell'Universita' italiana e' uno dei frutti deleteri della riforma Berlinguer. 
b) almeno in una delle mitiche regioni rosse, dove governa la sinistra che tanto piace a Rosa, la predetta sinistra ha piazzato cappellani cattolici accanto alle donne che sono costrette ad abortire. Tutto a spese dei contribuenti, che pagano anche il personale al servizio dei detti preti.

Poi ho letto la risposta di Rosa.  Che non e' affatto una risposta a me, ma e' solo l'ennesima sua sfuriata  contro la Gelmini e la  riforma della scuola superiore. Che con il mio post c'entra come la ricetta del fish and chips con le fragole. Perche' io non stavo parlando di scuole superiori.

Lo stato pietoso dell'Universita' italiana, "il blocco del turn over e la precarizzazione del lavoro accademico" non sono responsabilita' dell'attuale governo, contrariamente a quel che ne scrive Rosa.  C'erano da prima e la c.d. riforma Berlinguer, quando non li ha peggiorati, come minimo li ha lasciati immutati. Il diciotto politico e' il bersaglio polemico della Gelmini? Chissene, e' la mia risposta. La Gelmini e' una politica di destra, lasciale fare discorsi di di destra. Sei di sinistra e i discorsi di destra ti irritano? Notiziona, eh. E' esattamente quello che si propone chi li tiene, quei discorsi. Rasputin, al solito, le saprebbe rispondere meglio di te:

con tanti ringraziamenti a I & I

Guardiamo alla realta', invece. Il diciotto politico non lo teorizza piu' nessuno, dice Rosa. Pero' nella realta' esiste. Quando nella Universita' ci lavoravo ho visto che il concorso per il posto di ordinario veniva bandito su base locale, per quelle cattedre che avevano molti studenti. E di solito viene vinto dal professore associato, che vede aumentato il suo prestigio ed anche il suo stipendio. Nulla di male, si tratta di una regolare carriera. Il punto e' che per avere molti studenti, si abbassava la qualita'. dell'insegnamento e si rendevano facili gli esami. E siccome negli stessi anni aprivano qua e la' decine di nuove Universita' (altra colpa della destra, suppongo) c'era sempre il rischio che lo studente, insoddisfatto perche' gli esami erano troppo difficili, se ne andasse nella facolta' analoga di una Universita' in una citta' vicina. Dimenticavo: per accrescere la popolarita' dell'insegnamento, il docente manteneva gli stessi libri di testo, che cosi' possono essere acquistati usati. Il risultato  e' il diciotto politico. Anzi, il ventotto.

Cosi' mi viene da ridere leggendo Rosa che spara bordate fiori bersaglio, e se la prende con il linguaggio aziendalistico della Gelmini. Cosa ha fatto il partito tanto amato da Rosa, se non introdurre logiche aziendali, secondo cui lo studente-consumatore, acquista il voto che piu' lo aggrada, al prezzo piu' conveniente per lui? Ma in quel caso, dice Rosa, non c'era nulla di male a chiamarla riforma. Se Rosa ha mai letto Orwell, se ne deve essere dimenticata. Inutile pero' consigliarle libri.

Rosa, cioe', non sta rispondendo alle mie osservazioni: ne' a quella sui preti piazzati in corsia, ne' a quella sullo sfascio dell'Universita'. Chissa', magari anche queste due belle schifezze sono responsabilita' di chi non ha votato, e non ha votato il partito che piace a lei. Rosa, cioe', si e' costruita un mondo diviso in due, da una parte ci sono quelli come lei, che votano il partito che perde -e trangugiano clericalismi ed attacchi gratuiti ad Israele, preludio della criminalizzazione delle comunita' ebraiche (che puntualmente arriva nelle piazze). Dall'altra c'e' il partito della pagnotta, di cui io sono diventato improvvisamente rappresentante. Anche se non ho mai scritto che non intendo votare, ne ho scritto per quale partito intendo votare. Perche' nemmeno so se e quando votero' in qualche elezione italiana. Ma Rosa ha gia' deciso, proprio come Abberlusconi ha deciso che chi non e' con lui e' un giudice comunista, o -in declinazione leghista- un centralista romano.

Il punto e' che questo stile di comunicazione, quando lo usa Abberlusconi, funziona. Ovvero gli permette di vincere le elezioni. Quando lo sua Rosa, che pure si vanta di essere riuscita a convincere qualcuno ad andare a votare, non funziona per nulla. Perche' Abberlusconi promette ai suoi elettori di entrare a far parte della tribu' dei vincenti, di quelli che sono dalla parte giusta quando arriva la fortuna. Invece chi da sinistra predica con toni apocalittici, "o votate per noi oppure sara' il fascismo, anzi il nazismo" lancia un messaggio assolutamente impopolare. Poniamo che l'elettore sia un consumatore [per me non lo e', ma evidentemente chi ama questi scontri tra tribu' la vede cosi'] e si trovi a scegliere tra l'Italia di Abberlusconi, caciarona, menefreghista, ricca e godereccia, e quella eticamente impegnata, responsabile, austera ed antifascista. Cosa sceglie, questo consumatore-elettore?

Naturalmente io non voglio insegnare il mestiere agli strateghi della comunicazione politica. Quando verra' il momento di votare, spero sappiano fare il loro lavoro e trovare il modo piu' efficace di intercettare consenso . Magari potrebbe funzionare, questa strategia dello scontro di civilta', questa favola dell''Italia (anzi l'Europa) spiritualmente superiore che sconfigge i bassi istinti materialisti della  rozza plebaglia fascista  E, come si dice, si riuscira' a mandare a casa Abberlusconi [spazio per le risate]. Del quale Abberlusconi, io in questo blog parlo poco e male, ma evidentemente Rosa non legge ne' i libri che le consiglio, e nemmeno quel che scrivo.  Io pero' leggo, con crescente noia, quel che scrive lei. Siccome non e' la prima volta che incrocio furori polemici come quello di Rosa, c'avrei, come si dice, una domanda. E' una osservazione che faccio spesso a ebrei (ed ebree) di sinistra, italiani, che incrocio in rete e che spesso sono miei coetanei. 

Come mai persone che si vantano di essere cosmopolite, autoironiche, di prendere poco sul serio le appartenenze, che raccontano le bellezze della identita' composita e meticcia, diventano degli antifascisti monolitici ed integrali, guerrieri da tastiera in servizio permanente effettivo, ogni volta che si avanza una minima osservazione meno che entusiasta del loro schieramento politico preferito?  

C'avrei anche una risposta, per quanto parziale:  per queste persone la politica ha sostituito la religione. Se ne vantano pure, eh. Chesso', prima definiscono la religione "un sistema ideologico con al centro una rivelazione" - che e' un gergo parascientifico che fa molto figo e non c'entra una fragola con l'ebraismo. Per dire, io a sedici anni ho avuto la rivelazione che il sesso era una cosa meravigliosa se fatta in due, con una persona di genere femminile. Intorno a quel centro ho costruito un sistema ideologico che prevedeva un determinato abbigliamento (dark o paninaro), dei riti (i balli lenti) ed un proprio calendario (le feste, di solito il sabato sera). C'erano delle regole alimentari (consumo di alcolici) e una normativa di purezza ("non vorrai scoparti quel cesso?"). Ah, e avevo pure un mantra, che non ho ancora abbandonato, e che recita cosi':
W la fiGa
Questo era il mio sistema ideologico, con al centro una rivelazione che ognuno dei credenti aveva esperito a proprio modo.

Chi guarda l'ebraismo dall'esterno, per il gusto di prenderne le distanze perche' e' solo un "sistema ideologico",  finisce -guarda che strano- per dividere il mondo in buoni e cattivi, che poi e' esattamente l'effetto che la religione fa sui bambini. Un tipo di fede religiosa immatura ed infantile, fatta di opposizioni binarie. E persone dalla appartenenza cosiddetta meticcia la trasferiscono in blocco nella sfera politica. La quale attualmente, in Italia, e' cosi' confusa e dozzinale, e ti trovi costretto ad essere vago a proposito di quel che vuoi.

Mica puoi parlare a voce alta della dignita' delle donne, visto che poi ti trovi ad allearti con gente che piazza preti al capezzale delle donne che abortiscono. Mica puoi parlare a voce alta del diritto del popolo ebraico alla autodeterminazione, perche' poi ti trovi ad allearti con gente che considera l'esistenza di Israele [e la tua] un errore della storia [e tu un incidentale alleanza, che si puo' sostituire con qualcuno che porta piu' voti]. Pero' puoi proclamare, con furore religioso, che sai esattamente dove si nasconde il demonio. Nello schieramente avversario, ovviamente. E se guardi bene bene, aiutato dalle amicizie giuste, il demonio si nasconde anche in Israele. Che adesso e' di destra, quindi imbarazzante e cattivo. E poi, diciamolo, se non ci fosse questa ossessione per Israele, allora tutti noi ebrei capiremmo che dobbiamo schierarci con la sinistra... Sinistra, vabbe'; che dobbiamo schierarci, ecco. Contro Abberlusconi.

E via di invettive ed esorcismi, fino al prossimo verdetto delle urne. Appassionante, vero? Non vi sentite gia' mobilitati?

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