sabato 16 ottobre 2010

una bugia in meno

Con mille distinguo, una invocazione di terzieta', e dopo avermi gratificato di "filo-israeliano" [togli il filo, per favore, io sono israeliano e basta], il Felafel Cafe' ha ammesso di aver preso un granchio. Certo, ci sono volute le maniere gentili, per convincere il tenutario del sito a effettuare un paio di telefonate di verifica.

Il famoso libro di testo, scritto per insegnare le buone intenzioni ai fanciulli, non e' mai stato addottato nelle scuole palestinesi. Il contrario era stato sostenuto, e lo e' ancora, da una allegra combriccola di  equidistanti ed equivicini, antisemiti, critici delle politiche di Israele, antisionisti, allergici alla autodeterminazione del popolo ebraico, innamorate di arabi invisibili, cani, gatti, porci, giraffe, ippopotami, elefanti e l'immancabile Ha ha haretz. Il quale naturalmente, e ti pareva, citava il solito anonimo israeliano che si lamenta di come i palestinesi conoscano meglio la democrazia di quanto gli ebrei la mettano in pratica.
 
Che di per se' sarebbe una ragione per non fidarsi e fare magari un paio di telefonate di verifica, prima di pubblicare notizie. Ma esiste un  filone di giornalisti che per dare addosso allo Stato ebraico, saltano agevolmente questo passaggio. Giornalisti che si inventano l'anonimato dove non c'e' e invece non vogliono vedere l'anonimato che c'e'. Quello che riporta fonti che piacciono a loro.

E' interessante comunque la risposta palestinese citata. La notizia della adozione del "testo sionista" [ma non era bipartisan?] sarebbero "un goffo tentativo di danneggiare le istituzioni della Autorita' Nazionale Palestinese". Orpolina. Un libro di testo che danneggia, nientepopodimenoche, delle istituzioni.

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