giovedì 7 ottobre 2010

ebrei in vendita



Nel 1940 Hillel Kook, assieme ad un gruppo di altri militanti sionisti nazionalisti, si trovava negli USA, per raccogliere fondi e organizzare il supporto delle comunita' ebraiche americane verso le aspirazioni nazionali del popolo ebraico. Si faceva chiamare Peter Bergson, per evitare di imbarazzare un suo importante parente rabbino. E cosi' il gruppo degli attivisti intorno a lui divenne noto con il nomignolo di Bergson boys. Sono tra i primi a comprendere la portata dello sterminio, quando iniziano ad arrivare in America le notizie dall'Europa.  Organizzano la prima manifestazione in cui sfilano rabbini. Pubblicano inserzioni pubblicitarie, una delle quali la vedete sopra e si riferisce a una posizione del governo rumeno, che si era dichiarato disposto a spedire in USA la popolazione ebraica, a condizione che altri pagassero loro il biglietto. Il drammaturgo Ben Hecht mette in scena al Madison Square Garden uno spettacolo teatrale, colonna sonora di Kurt Weil, che si intitola We Shall Never Die e a cui assistono decine di migliaia di persone.

La leadership dell'ebraismo americano e' spaventata. Temono che tutta questa visibilita' porti acqua al mulino degli antisemiti. Cosi' cercano di isolare il gruppo. Bergson ed i suoi vengono definiti fascisti, terroristi. Le loro finanze passate al setaccio nel tentativo di espellerli dal Paese. Le organizzazioni ebraiche si affannano a dichiarare che si tratta di una isolata e folle minoranza. Ma centinaia di migliaia di americani appoggiano il gruppo, accorrono a vedere gli spettacoli, finanziano il "Comitato per la Salvezza degli Ebrei d'Europa" che Kook ed i suoi hanno fondato. La campagna permette di aumentare le quote per l'immigrazione ebraica. E motiva Roosevelt a scendere in guerra. Sua moglie era una fiera sostenitrice pubblica dei Bergson Boys.

Al termine della guerra i Bergson Boys raccolgono fondi per la Resistenza ebraica. Hillel Kook ritorna in Israele (a bordo della famosa nave Altalena) ed entrera' in Parlamento con le prime elezioni. Sognava, come il suo maestro Jabotinsky, una "Repubblica Ebraica di Palestina", con una Costituzione e la separazione tra religione e Stato. Si trova comunque male nella Israele di quegli anni, in cui si continua a parlare di socialismo anche dopo la scelta dei sovietici di supportare il nazionalismo arabo. Ritiratosi dalla politica, mantiene una presenza vivace, e nel 1969 e' il primo a parlare di "due popoli, due Stati". Muore agli inizi del 2000, ed ancora adesso gli spettacoli teatrali ispirati alla sua vita fanno il tutto esaurito, ma le istituzioni americane che commemorano la Shoa hanno qualche problema ad includere i Bergson Boys nelle loro ricostruzioni. 


1 commento:

none ha detto...

un'altra cosa in più che adesso so.
ciao.