Il signor Siham Barghouthi, Ministro della Cultura della Autorita' Nazionale Palestinese non la ha presa proprio benissimo. Barghouthi (eppero', curiosi questi palestinesi, hanno tutti gli stessi cognomi) e' uno che deve avere molto, molto tempo a disposizione. E per cui segue con attenzione anche la moda. C'e' un capo, che e' in giro da un po', che lo ha fatto davvero arrabbiare. Questo:
Come che cosa e'? Ma e' una kefya, che diamine. C'e' qualcosa pero' nel disegno, o nel motivo, o nei colori, che ha mandato su tutte le furie il ministro della cultura palestinese.
Qui leggete le sue scandalizzate ed iraconde dichiarazioni. E quelle della direttrice dello Heritage Conservation Center di Betlemme, che spiega indignata come, pofferbacco perdindirindina, gli israeliani rubano "il cibo nazionale, i vestiti nazionali e la kefyah".
La signora pero' non ha nulla da dire contro la delocalizzaione delle industrie palestinesi e il fatto che le kefye siano da anni prodotte in Cina
Insomma, e' la solita storia. I palestinesi cercano di spacciare per vera la leggenda secondo cui gli ebrei non avrebbero alcun legame con la terra di Israele . E' appena il caso di notare che questo tema, quello degli ebrei che mancano di legame con la terra, e' uno dei pilastri dell'antisemitismo europeo. Arrivato agevolmente nel mondo arabo durante la prima meta' del Novecento; e particolarmente amato dai palestinesi, che si considerano i veri portatori delle tradizioni locali sarebbero loro, i discendenti di gente che ha vissuto nell'area per ben due anni, e scusate se e' poco.
Come invece spiega Elder of Zyon, che ha segnalato questa divertente storia, la attuale kefya deriva invece da un indumento tipicamente ebraico, la sudra, di cui parlano non poche fonti.
A proposito, se vi interessa quel modello di kefia, questo e' il sito della ditta produttrice. Tra i colori disponibili, arancione (quello del movimento contro lo sgombero di Gaza) e verde militare.
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