martedì 24 agosto 2010

Spiritual shpiritual...

...e radical shradical. Messaggio agli ebreofili ed interessati a cose ebraiche. Non fatevi fregare dai radical. Che non c’entrano nulla con i radicali italiani. Per radical, nell’inglese di oggi, si intendono quelli che stanno all’estrema sinistra e si/vi imbottiscono la testa con il prefisso post- appiccicato piu’ o meno a tutto. Post colonialismo, post femminismo, post modernismo, post marxismo. Che tradotto significa che tutta quella roba e’ passata, perche’ lo dicono loro, e loro vengono dopo e hanno ragione. Perche’? Perche’ vengono dopo, mica per nulla sono post coloniali, post femministi, post moderni, ecc. ecc.
Gli ebrei radical, idem. Sono post moderni, postcoloniali e spesso post sionisti. Con una di costoro ci ho avuto a che fare una sola volta, in Italia. Era convinta di poter mettere a tacere tutti per due ragioni:
1) si dichiarava, appunto, post- tutto. E parte di un network di spiritual-progressivi di diverse religioni, tutti interessati all'avanzamento dell'umanita' in senso post-qualcosa.
2) aveva il fidanzato a Boston, mica come noi provinciali sciovinisti italiani pre-moderni. E questo mitologico findanzato la teneva in contatto con il mondo vero, quello degli ebrei emancipati ed avanzati, ormai usciti dal ghetto e proiettati nella post-identita’. Guarda che fighi che sono in America, mica come noi in questo buco d’Europa che si chiama Italia e che ancora seguiamo l’idolatria nazionalista dello Stato di Israele.
Provai a chiederle se era veramente convinta che con lo smantellamento dello Stato di Israele sarebbe terminato l’antisemitismo nel mondo. Che era una fesseria scritta in un libro che lei faceva circolare con molta supponenza tra le sue amiche. Lei mi spiego’ tutta seria che questo era un insegnamento dello storia – quindi ecco, diciamo che dalla storia si puo’ imparare. Ah, ma non eri post-storicista? Si’, ma in un altro post-senso. No, perche’ nel mondo di noi pre- questa tua roba sembra proprio una po’ stupidata. Dire che l’antisemitismo e’ una reazione alle politiche dello Stato di Israele e’ come incolpare gli ebrei per l’antisemitismo stesso, i neri per il razzismo, i terroni per la Lega. Avrei voluto aggiungere le minigonne per gli stupri, ma ho evitato, la signora non era propriamente una bellezza e va a sapere se la post esibizione di post gambe post femminili poteva post essere post offensiva, e magari per lei una buona ragione per il burka. Postcoloniale, si intende.
Diciamo che ti da’ fastidio, o post-fastidio, l’ementare concetto della autodeterminazione del popolo ebraico. Perche’ siamo nell’epoca della post-identita’. Ah, siamo, cioe’, siete; in quanti? Milioni, soprattutto in America, me lo ha detto il mio fidanzato. Pero’ non abbiamo accesso ai media perche’ i cattivi neocon li hanno occupati tutti e parlano in nome del popolo ebraico, e nel contempo mettono a zittire noi.
Dimenticavo di aggiungere che questa demenziale discussione veniva dopo una funzione di Shabbat, che la signora aveva condotto, con la immancabile (per lei) preghiera sui poveri palestinesi. E una specie di serie di mantra che sostituiva le tradizionali melodie. La signora diceva che voleva fare la rabbina – studiava, davvero, in una specie di scuola rabbinica per corrispondenza. Nel frattempo si occupava, o post-occupava, di organizzazione aziendale, cioe’ faceva un sacco di grafici per scoprire chi era utile e chi inutile allo sviluppo delle aziende.
Indovina un po’, voleva trasferire questa sua scienza all’interno della sinagoga – e quello che era inutile ero io. La accontentai. Quella sera me ne andai a casa, accesi le candele e celebrai lo Shabbat che tanto mi era mancato in quella specie di sessione di canto corale con chitarra piu’ fervorino. Che la signora si era trovata a dirigere gettando lo sconforto in nove decimi delle persone presenti. Cui pero’ vanno aggiunte numero due persone che avevano letto lo stesso identico libro senza ridere. E un paio che la consideravano gia’ rabbina. Quel paio pero’ non era presente – e anche qui ci sarebbe da dire: ti considerano loro rabbina gente che in sinagoga non ci viene, miracoli delle scuole per corrispondenza. Il piano di mega-ristrutturazione naufrago’ miseramente e la signora divenne rapidamente post-occupata.
Io la ri-incontrerei volentieri, lei, come il suo piccolo gruppo di fan. Magari vorrebbero spiegare qualcosa su quei grafici. Di solito passo per l’Italia prima di Kippur e provo a cercarli, che sarebbe interessante fare quattro chiacchere, vista l’occasione. Niente, mi sbattono il telefono in faccia, quando e se rispondono. Chissa’ come vanno il network spiritualista e la scuola per corrispondenza.
Negli anni successivi, di gente che si autodefinisce “radical” ne ho incontrata diversa, anche se nessuno, va detto, con quel livello di cialtroneria. Ho incontrato anche “radical Jew” che ripetono gli stessi argomenti, secondo cui esisterebbe una specie di congiura mediatica anti-palestinese ed anti-islamica, ma soprattutto anti-loro, guidata dai neocon, o dal dipartimento Fede e Certezza dell’ambasciata di Israele. Bizzarri individui evidentemente a disagio per l’esistenza di uno Stato ebraico. Questo Stato obbliga a fare i conti con la realta’, che e’ anche fatta di responsabilita’, questi che vorrebbero volentieri ricacciare l’ebraismo nelle nuvole, sono incazzati terribilmente con la realta’ stessa, che li distoglie dal loro mondo di post-upidate.
Riconoscerete il radical Jew cialtrone essenzialmente per due caratteristiche:
1) Ritiene di parlare a nome di una maggioranza assoluta di ebrei zittiti dalla congiura mediatica sionista internazionale. Ne parla, di questa congiura, in editoriali di media di amplissima diffusione, tipicamente il Guardian. E lamenta che lo fanno tacere. E viene pubblicato. Ogni volta che si fa un sondaggio sulle opinioni degli ebrei a proposito di Israele, il radical Jew, forte della sua colonna fissa sul Guardian, urla al complotto volto a farlo tacere.
2) Si rivolge al mondo non ebraico, di solito alla sinistra, ma a volte anche agli islamisti, chiedendo soccorso. Lui e’ l’unica voce ragionevole in un mare di ebrei lobotomizzati da oscure organizzazioni ebraiche che hanno poteri di condizionamento, e vengono spaventati da qualche perfido con il naso adunco che li spinge verso l’estremismo. E ricordate che lui e’ l’unico ragionevole e il resto degli ebrei si divide in una maggioranza di truffati ed una minoranza di truffatori, che sono cattivi e infatti mettono a zittire lui. Lo scrive, nero su bianco, in un quotidiano che tira milioni di copie.
Davvero, se siete interessati al mondo ebraico, e non avete una gran consuetudine con le nostre fisim... con la raffinata politica intra-comunitaria, non state a perdere tempo leggendo quello che scrivono i radical Jews cialtroni. Perche’, in realta’, manco noi ebrei li leggiamo, per solito. Io si’, una volta ho perso tempo ad ascoltare una di costoro, il cui principale argomento consisteva nel fatto che lei aveva il fidanzato a Boston, e che studiava per fare la rabbina.
Poi mi sono trovato a lavorare per la mia internship estiva in una grande sinagoga nel New England. Di rabbini ordinati per corrispondenza non ne ho trovati. Ho incontrato un sacco di ebrei, molti dei quali studenti e professori universitari. Ma nemmeno uno che asserisse la inutilita’ dello Stato di Israele, come secondo lei asseriva il suo (anonimo) post-fidanzato.
Che volete, sara’ un complotto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...
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Yossarian ha detto...

Brillante Nahum, davvero brillante.

Io credo che un classico esempio di radical Jew, sia Noam Chomsky.

Ricordo quando tradussi il suo libro sul Medio Oriente.

Dovetti sforzarmi di essere professionale ricordando a me stesso che lo facevo per lo stipendio.

Chomsky rientra perfettamente nelle categorie da te citate nella lista.

Pensa che nel libro ( del 1974) sosteneva che l'ideale per risolvere la questione palestinese sarebbe stato creare una federazione ebraico-palestinese, sul modello di quello che allora era la Jugoslavia.

Azzz, che lungimiranza Chomsky...proprio la Jugoslavia.

Comunque Nahum, il profesur Chomsky e' molto interessante ( linguistica a parte, li' e' grande davvero) quando parla dei media e si mantiene a un livello accettabile di complottismo e paranoia antiamericana.

נחום ha detto...

@Yoss Werner Cohn e' un buon osservatore di Chomsky. La sua pagina e' questa, scendi un po' e ci trovi gli scritti su Chomsky e compagnia, incluso un fenomenale scambio di lettere tra i due http://www.wernercohn.com/
Chimsky IMHO rientra in pieno nella definzione di radical Jew cialtrone, anche se credo eviti l'abuso della parola spiritual, che e' piu' una caratteristica di Michael Lerner. Se Chomsky ha civettato con Faurisson, Lerner ha civettato con Israel Shahak (chi e'? Ecco, vedi sempre la home page di Cohn...). E tutti e due con Edward Said, che accademicamente e' il piu' qualificato esponente della cultura del piagnisteo, e biograficamente un cacciapalle conclamato - nato al Cairo, ma finge di essere palestinese.
Lerner, Chomsky e Said hanno in comune anche una strana concezione della liberta' di parola, per cui anche i negazionisti della Shoah devono avere diritto di dire la loro, mentre i nazionalisti israeliani vanno messi a tacere, se necessario anche con le cattive. La loro definizione di nazionalista israeliano comprende un insieme di posizioni che inizia con i kibbutz collettivisti e finisce con gli evangelici della Bible Belt.
Importante precisazione: il Ku Klux Klan, che sta da quelle parti, nella Bible Belt voglio dire, ma e' composto da negatori della Shoah, rientra tra quelli che hanno diritto alla liberta' di parola, e che i sionisti vogliono zittire.

נחום ha detto...

@ Utente - Te sei giovane, ma io ricordo una conferenza di un celebre architetto al Liceo Artistico di Varese, in cui usava ogni tre parole l'espressione post-modern, con un florilegio di esempi che andavano dal Getty Museum a piazza Repubblica da lui progettata. Uno studente si alzo' in piedi per dirgli che gli sembrava piu' che post-modern, un po' stupid. Non posso mettere la umlaut sopra la u con questa tastiera, ma figurati comunque il suono. La risata della audience si e' sentita fino alle Ferrovie Nord.

Anonimo ha detto...
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