Quindi, questo sono io, diciamo dalla prima meta' degli anni Novanta e fino a quando ho fatto alya. Un periodo ripieno di quelle scorie novecentesche con cui ancora sto facendo i conti. Stavo a sinistra, protetto dalla religione della Memoria - di mestiere ero pure uno storico, guarda la coincidenza. E' stato anche il mio primo decennio di cyberspazio, ovvero di amicizie e di scontri nati e continuati dentro la Rete (come molti, mi sono preso minacce di denuncia, che va da se' non sono arrivate da nessuna parte). E certo, in nome della Memoria, di battaglie nella rete, contro fascisti e negazionisti della Shoa se ne sono combattute tante, e io stesso ne ho combattute.
Per esempio: una rivista italiana di editoria aveva pubblicato una inserzione pubblicitaria di una casa editrice cattolica integralista. Pubblicizzavano un osceno libro antisemita, spacciandolo per una storia del giudaismo, e l'inserzione appariva neutrale, a chi non conoscesse il libro. La redazione della rivista si trovo' a fronteggiare E mail, fax e persino telefonate che spiegavano con pazienza che la tale casa editrice era una schifezza e quel libro era roba da Legge Mancino. E la casa editrice si trovo' cosi' ad essere scaricata dalla concessionaria di pubblicita'. Ora e' fallita. Una battaglia di successo, che mi tenne impegnato da un giovedi', quando comprai copia della rivista, fino al primo pomeriggio del lunedi' successivo, momento di una deliziosa telefonata con l'editore: chiamava lui, a sue spese. Obbiettivo raggiunto, e senza molto rischio. Si', certo, c'e' un tale di Firenze che da allora me la ha giurata (ciao Luca!) ma insomma, e' poca roba. E' anche terrorizzato dall'esistenza di una lobby ebraica che ce la ha con lui e gli impedisce di arrivare al meritato successo. Scribacchia roba di musica; e' bene lasciarlo macerare nei suoi fantasmi e nelle sue ossessioni. Non che ci sia modo di levargliele, peraltro.
In rete tutti hanno diritto di parola. E cosi' sbucavano pure quelli con cui non ero d'accordo. Con cui non eravamo d'accordo. Parliamo infatti alla prima persona plurale. Prima di andare avanti facciamo una fotografia di gruppo. Siamo al Gay Pride 2000, quello di Roma - ci siamo andati davvero, a proposito. Il gruppo e' un gruppo di coetanei, intorno ai trenta anni, tutti di sinistra; chi non e' laureato e' laureando e siamo tutti alle prese con quella delizia che si chiama flessibilita' del mercato del lavoro, tutti di famiglia borghese, chi piccola, chi media, chi grande. Nessuno sposato, qualche divorziato, pochissimi con prole. Se gira una canna, tirano tutti. Quello che vedete bassettino con il pizzetto e gli occhiali, quello sono io. Come ci sono arrivato, dentro questo gruppo? Beh, perche' credo alla liberta' di parola, che il Vaticano vorrebbe togliere a questa gente. E poi, sapete, prima sono venuti per i gay e io non ho detto niente perche' sono etero, e poi sono venuti per gli extracomunitari, e io non ho detto niente perche' ... e poi verrano per gli ebrei, questa e' Memoria - con la M maiuscola.
Il momento successivo e' il famoso 11 settembre. In cui, non so se ricordate, per un po' persino la rete si fermo'. O almeno questa e' la memoria che si ha di quel giorno. Quasi immediatamente, tra una leggenda metropolitana e l'altra, nel mondo della rete si fece strada una spiegazione surreale. Alcuni terroristi sauditi si sono schiantati con aerei contro le torri gemelle perche' in Palestina gli ebrei stanno massacrando i bambini arabi. E cosi' io ho tristemente scoperto che, anche nel gruppo di gente pronta a mobilitarsi per i diritti dei gay, o contro gli integralisti cattolici, ci stava gente pronta a bersi le frottole degli integralisti islamici. Uno pensa sempre che il razzista non sia laureato, e invece scopre che puo' persino fare il ricercatore. E che discetta sui tratti somatici comuni degli ebrei, e sulla minaccia che gli ebrei rappresenterebbero per il mondo. Tu ti sei abbarbicato alla Memoria, ci hai costruito intorno addirittura della politica ed ecco che ti vengono a spiegare che sei dalla parte dei carnefici, che le vittime sono altre e sarebbe il tempo di riconoscerlo, di lasciare tutto il potere che avete nei media, che stanno [state] criminalizzando il povero Islam.
Lo avete riconosciuto? E' il vecchio capro espiatorio, motore della diffusione di ogni antisemitismo possibile, nei momenti di crisi. Come dice il proverbio yddish: i goim fanno la guerra ed incolpano l'ebreo.
Lo avete riconosciuto? E' il suo compagno, viaggiano sempre assieme quei due. Il vecchio, fascistissimo spettro della doppia lealta'. Se sei con noi di sinistra devi condannare Israele. Se provi a dire che le cose sono piu' sfumate e complesse, questo significa che sei [ancora] fedele ad Israele, alla tua superstizione rozza e tribale. Sei da rieducare. Viviamo un momento apocalittico di scontro con le forze del Male, quelle che vogliono la guerra, e voi ebrei avete gia' abusato della vostra autorita' morale, sdoganando i fascisti. La autorita' morale, la Memoria, sia chiaro, ce la abbiamo noi, che siamo antifascisti e oggi le vere vittime sono gli arabi, i palestinesi. Anzi, lo sono sempre stati.
E' una caricatura, questa? No. Piu' ci si sposta(va) a sinistra (preoccupanti certe punte dei Comunisti Italiani); e piu' ci si avvicina(va) alla mitica base, quella che una volta prendeva le ferie per lavorare alla Festa dell'Unita', piu' sentivi questo osceno concentrato di paternalismo e di risentimento.
Tutta questa roba la si e' vissuta malissimo, all'interno del nostro ghetto di devoti della Memoria, di ebrei di sinistra, disposti persino a concedere che il culto del martire Rabin avesse una base di realta'. Il leader no global era preso a monetine quando si faceva vedere nelle strade del ghetto di Roma (con fotografo al seguito, guarda che caso). E qua e la' ti sbucava l'amico che non vedevi da troppo tempo, e ti diceva: tocca votare Berlusconi, o AN. Loro almeno non sono contro Israele. E poi questa argomentazione la vedevi rimbalzare in mailing list, siti, forum, gruppi Usenet. Detta e ripetuta da persone impegnate nella vita comunitaria, come anche da assoluti esterni, e c'era quasi sempre il fascista, quasi sempre ex, che faceva da supporto. E ti chiedeva, di nuovo, scusa; invitandoti poi a vedere la realta' di oggi e non quella di ieri, che lui non era ancora nato. Intanto quegli ebrei che non erano intellettuali, ma (poniamo) commercianti erano gia' passati armi e bagagli nel campo di chi offriva sicurezza e lotta agli ambulanti abusivi. Non diversi, in questo, dai loro concittadini non ebrei. Che bell'esempio di integrazione.
Ah, questa favola della vicinanza di Berlusconi al mondo ebraico io non la bevo. Silvio Berlusconi e' l'unico media tycoon che non ha collaboratori ebrei - vi dice niente, questo? Vi e' piaciuto, il Berlusconi delle pacche sulle spalle a Gheddafi? Chi e' scappato dalla Libia con addosso solo i vestiti, cosa esattamente ha ottenuto da questo Berlusconi-vicino-al-mondo-ebraico?
[quinta e ultima parte qui]
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3 commenti:
"Silvio Berlusconi e' l'unico media tycoon che non ha collaboratori ebrei "
Nahum, c'è il direttore di Canale5...
(Quando ho letto la prima volta non mi è venuto in mente, scusa).
parlo di partner in affari, non di dipendenti.
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