martedì 31 agosto 2010

le due domandone

1 - C'e' antisemitismo in Inghilterra?
Certo che c'e'. Questo e' un Paese che ha mandato le portaerei per difendere la propria sovranita' su due scogli popolati prevalentemente da pecore, e i cui politici parlano, senza timore del ridicolo, di sproporzionate reazioni israeliane. Se questo non e' doppio standard...
2 - E come ci vivi?
Bene. Perche' oltre agli antisemiti qui c'e' una comunita' ebraica che ha persino una presenza pubblica. Nei talk shows pre elettorali si e' visto un ragazzo di diciotto anni, Joel Weiner, che portava la kippah e rompeva le scatole ai candidati con puntuali domande sullo stato dell'istruzione in questo Paese. Non difendeva gli ebrei dall'antisemitismo, ne' Israele dalle calunnie. E no, non perche' questo ultimo e' un lavoro sovrumano (certo che lo e', vedi sopra); ma prche' erano trasmissioni dedicate alle elezioni inglesi e si parlava delle condizioni degli studenti inglesi. Sicuramente ci saranno antisemiti che mettono in dubbio la lealta' verso l'Inghilterra da parte di Chaim. E ci sono anche i fan del multiculturalismo in versione locale che poco gradiscono la presenza pubblica di un ragazzo ebreo [multiculturalismo in questo Paese e' la gara a chi ha sofferto di piu' per colpa degli uomini bianchi occidentali, ed e' una gara cui gli ebrei inglesi hanno deciso di non partecipare]. Ma siccome c'e' anche una comunita' ebraica, che e' anche decentemente pluralista (1), possono passare mesi senza che si incroci un antisemita. 
Si',  l'antisemitismo non e' una cosa simpatica. Quando la Tube si lascia alle spalle la zona nord di Londra -dove vive gran parte della popolazione ebraica-  ti trovi a contare i passeggeri e dedurre che ce ne e' un buon terzo che non farebbe grandi drammi qualora il tuo Paese venisse colpito da una atomica iraniana. I piu' intelligenti e intellettuali e liberal e colti tra di loro ritengono addirittura che quel Paese sia nato per un errore degli inglesi stessi, e sono pronti ad espiare.  E no, questa roba non mi piace. Pero' a Londra aprono piu' ristoranti kasher che a New York, si vede che tanto male non ci si sta. E poi c'e' Limmud, che e' decisamente l'evento culturale ebraico piu' importante d'Europa: una settimana di convegni conferenze concerti cinema. Dove sessioni di studio su argomenti e testi ebraici posono essere condotte letteralmente da chiunque: e questa e' la ragione per cui in Italia non si vede nulla di questo tipo, levare al clero il monopolio della interpretazione testo e' una roba impensabile in un Paese cattolico.
1 - C'e' antisemitismo in Italia?
Certo che c'e'. E' un Paese segnato profondamente dal cattolicesimo, in cui le leggi razziali hanno fatto piazza pulita della presenza di ebrei nelle istituzioni e nella vita culturale - cancellando persino i nomi di autori ebrei dalle bibliografie. Anche chi sta a sinistra e si proclama ateo, continua a sognare una alleanza tra gli oppressi della Terra che faccia fuori l'ipocrita e falso [protestante] Satana capitalista statunitense e restauri la purezza originaria dei popoli indigeni. E ovviamente non perdona agli ebrei il fatto di essersi schierati con Satana. Pura Controriforma, si'. 
Ma in Italia anche per gli ebrei e' ancora Controriforma. Nel Seicento, chiusi nei ghetti, studiavano la Kabbalah pensando di scoprire i segreti della creazione; si dedicavano a pratiche religiose piu' stringenti della media (tipo notturne sedute di preghiera) convinti di correggere il corso della storia. Attorno al Duemila gli ebrei italiani di sinistra si illudono di poter influire sulla storia mondiale, recitando il mantra dello scontro di civilta' che non esiste e che se Israele si comportasse in maniera piu' ebraica allora il mondo sarebbe un bel posto e i musulmani di tutto il mondo ci darebbero una mano per trasformare l'Italia in un Paese multiculturale alla faccia del papa.
2 - E come ci vivono?  
Bella domanda.

(1) Joel Weiner, il ragazzo con la kippah, e' il figlio di un rabbino non ortodosso ed in Italia avrebbe problemi a venir contato a minyan. 

1 commento:

none ha detto...

Io non sono ebreo.
Ho capito che in Italia esiste l'antisemitismo ed è ben diffuso, diciamo in età adulta quando, trovandomi a casa mia nel sottotetto con un tecnico del telefono, stesi in mezzo alla polvere, il tizio se ne esce con questa frase " ..e figurati che l'altro giorno ero a fare un lavoro da dei tizi che rompevano le scatole..eh sai...ebrei..".
Rimasi basito ma vista la situazione logistica non feci polemica.
Mi è capitato anche di dover far presente più volte che il termine "rabbino" indica l'amministratore del culto ebraico è non può essere utilizzato per indicare una persona tirchia.