domenica 17 ottobre 2010

sciopero! sciopero!

Non troverete la notizia sul sito della UNRWA, l'United Nations Relief and Works Agency l'agenzia ONU che si occupa dei profughi palestinesi [1]. Il direttore della UNRWA e' l'italiano Filippo Grandi. E questa notizia non la trovate nemmeno nei media italici.  La notizia la trovate invece su Ma'an: i lavoratori della UNRWA sono in sciopero, come succede piu' o meno ogni anno in questo periodo. E che cosa vogliono? Chiedono un aumento di stipendio. Sicche' qualche pezzo grosso della UNRWA si incontrera' con i Paesi donatori e vedra' di incassare somme di denaro che profughi in altre parti del mondo, vittime di guerre piu' recenti, si possono soltanto sognare.

Varrebbe la pena di chiedersi che ci sta a fare la UNRWA. Nel 1950 sosteneva che il problema dei profughi palestinese si sarebbe risolto "in a matter of months", mentre il numero dei sedicenti profughi non ha fatto che crescere esponenzialmente. Tranne che in Israele, Paese che nel 1950, ha concesso la cittadinanza a tutti i palestinesi che vivevano nel suo territorio, e, tramite procedure di riunificazione familiare, ai loro parenti, negli anni successivi. Per inciso, se siete interessati a scoprire in che modo si diventa "profugo palestinese" e pertanto titolati a ricevere aiuti economici, lo scoprite in questo documento della UNRWA. In cui si puo' leggere che sono considerati profughi tutti coloro che hanno vissuto nella attuale Israele tra 1 giugno 1946 e 15 maggio 1948.  Meno di due anni, si'; come era la barzelletta del secolare legame con la terra?  E pure tutti i loro discendenti: insomma, contrariiamente a tutte le altre vittime di conflitti sul pianeta Terra, la condizione di profugo palestinese si tramette per via ereditaria.  E non si smette di essere considerati profughi, nemmeno se trovi casa o un lavoro.

Ma torniamo alla domanda di cui sopra. Che ci sta a fare la UNRWA? Beh, lo spiega il governo giordano. In settembre la direzione della UNRWA ha ricevuto una lettera "carefully worded"  in cui i funzionari giordani esprimevano preoccupazione per il rischio che qualcosa di quel denaro non finisca anche nelle loro tasche Molti palestinesi sono anche cittadini giordani, seppure discriminati - ecco un'altra notizia che non troverete nei media italiani. Ed in questa lettera, il governo giordano spiegava che: "these UNRWA camps are meant to keep the issue of Palestinian refugees alive."

Il sospetto dovrebbe venire considerando che anche i campi profughi che sono all'interno della famosa area A nella West Bank, in territorio sotto completa sovranita' palestinese, sono ancora li'. La Autorita' Palestinese non ha speso una lira per smantellarli, e nemmeno ha richiesto fondi per offrire alla popolazione dei campi delle abitazioni piu' decenti. Ed i Paesi donatori si sono ben guardati dal chiedere che fosse fornito qualcosa di altro, chesso' un piano di smantellamento, oltre all'elenco delle spese.

Siete ancora convinti che il problema siano gli insediamenti? Voglio dire, quei villaggi costruiti sulle cima di colline disabitate, territori in cui nessun arabo ha mai vissuto? 

kippah tip a Elder of Zyon

[1] L'ONU ha due agenzie che si occupano di profughi. Una per i soli palestinesi, ed un'altra,  l'UNHCR, United Nations High Commissioner for Refugees per tutti gli altri. Insomma, secondo l'ONU tutti i rifugiati sono uguali, ma i palestinesi sono piu' uguali degli altri.

1 commento:

barbara ha detto...

Hai dimenticato di aggiungere che lo status di profugo palestinese si acquisisce anche tramite matrimonio.