martedì 8 maggio 2012

Yair ben Nahum ve Sarah יאיר בן נחום ושרה

Yair, bambino mio,
Sei arrivato in uno strano periodo. 
E' un  periodo per imparare, per me. Perche', Yair, io devo imparare tutto, o quasi. Lo dicevo a tuo fratello Dov, quando imparavo come cambiare i pannolini -il che, ho scoperto, mi riesce ancora bene. Dovrai insegnarmi come volerti bene. Io non ho avuto grandi esempi di genitori, e devo imparare tutto dal principio. Dov e' molto contento che tu sia arrivato, non fa altro che parlare di te; vuol dire che io e mamma qualcosa di buono, finora, siamo riusciti a combinare con lui. 
Ma e' uno strano periodo, questo; ed una strana tribu' quella che ti accoglie. Questa tribu' sparsa un po' ovunque, tutti i Sabati usa leggere da un antico libro. Per solito leggiamo tutti, in qualunque parte del mondo ci troviamo, la stessa parte di quell'antico Libro. Ma nella settimana in cui sei nato, abbiamo letto parti diverse. 
C'e' chi legge una parte che insegna: Amerai lo straniero, perche' anche tu sei stato straniero. E a dire la verita', bambino mio, questa tua tribu' e' una tribu' di stranieri. Se prendi due persone a caso tra coloro che sono qui oggi, scoprirai che pochi sono nati nello stesso Paese, quasi nessuno nella stessa citta'. Anche noi: nati in Italia, passati per Israele, ci siamo per ora stabiliti a Londra, e chissa' nei prossimi anni dove ci troveremo. Che da questa condizione di stranieri si debba imparare ad amare e non a competere con altri stranieri e' uno degli insegnamenti della nostra antica Legge. Non e' facile. Ma meraviglioso e profondo. 
Ma c'e' anche chi, in questa strana tribu' di cui fai parte, legge una parte dell'antico Libro che dice: Avrai una sola legge, per te e per lo straniero. Questo non e' successo molte volte nella storia, Yair. Essere stranieri non e' mai una fortuna; tale e tanto e' l'impulso di vedere dei confini, che sono una cosa naturale, come i fiumi o la diversita' delle lingue, e trasformarli in gerarchie, in manifestazioni di potere, in differenze di legge, in discriminazioni. E' forse un impulso umano. Naturale, probabilmente. Bello e giusto, sicuramente no.
Tanto tempo fa, quando Abba iniziava a pensare di diventare rabbino, scrissi il mio primo Davar Torah, esattamente su questo passaggio, su questa legge, su questo imperativo, e su come si collegava a quell'altro, l'amore per lo straniero. Come il primo specifica il secondo, e come il secondo e' una premessa del primo e il primo una conseguenza del secondo ecc. ecc. Trovare questo genere di collegamenti all'interno dell'antico Libro, e' una caratteristica della nostra tribu', Yair. E' il nostro modo di cercare ispirazione, ed illuminazione.
Avevi evidentemente molta voglia di renderci felici, in questo strano periodo. E cosi' sei arrivato, leggermente in anticipo sulla data stabilita, nello spazio di tempo tra queste due parashot, questi due comandamenti, quando Shabbat era finito e la settimana stava per riconominciare, con i suoi primi raggi di luce, in una primavera che faceva fatica ad arrivare.
La luce ti da' il nome. Vogliamo che tu sia fonte di illuminazione ed ispirazione non solo per noi: per noi lo sei gia' ora,  ogni volta che apri gli occhi ed il mondo ti sembra un miracolo. Vogliamo che tu sia Yair, una scintilla di luce, per Israel, il popolo di Israele, questa  tribu' di cui fai parte e da cui prendi l'altro tuo nome. Vogliamo che, in qualunque luogo della Terra ti troverai a crescere, a diventare ragazzo prima, e poi uomo, tu riceva amore dalle persone che ti circondano, e che tu sappia illuminarli.
Ti vorro' sempre bene. 
Abba