Tenetevi forte: Benedetta ha fatto il grande sforzo di far conoscere ai lettori italiani il punto di vista di Abraham Burg, senza raccontare i maneggi economici di cui e’ stato protagonista. Gli unici episodi di corruzioni che lei cita riguardano sefarditi come Katsav. L’eroico Burg, pacifista e gia’ commerciate di armi, le piace invece un sacco. Benedetta ci fa conoscere un articolo di Burg pubblicato da Haaretz, che e’ il quotidiano israeliano piu’ citato dalla petrolifera stampa italiana. Ce ne era un gran bisogno, di far conoscere queste posizioni, nevvero? Se ne parla cosi’ poco in Italia....
Come e’, come non e’, i lettori italiani hanno dovuto aspettare la traduzione italiana di un romanzo di Amos Oz per scoprire che e’ esistito il sionismo revisionista – la corrente da cui discendono i due maggiori partiti israeliani. Inutile chiedersi se Bendetta si sia data pena di visitare un insediamento (almeno uno) per sapere chi sono e come vivono questi mostri che si chiamano coloni. Le basta sapere quel che sa. E ripeterlo.
E' arrivata in Israele forte della lettura del capolavoro di Edward Said, che non bisogna mai mettere in discussione (chettedevo di’, ognuno c’ha i suoi libri sacri) e se ne va in giro per Israele e Territori-Occupati (badando ad evitare gli insediamenti ebraici) alla ricerca della conferma di quel che scriveva Said, quando non era impegnato a tirare pietre contro il confine di Israele, a confezionare frottole sulla sua casa di origine e scrivere prefazioni a libri antisemiti. Said e’ un profeta e si puo’ dialogare solo con chi ne accetta il verbo.
Benedetta cerca il dialogo e sbuffa irritata quando si accorge che questi cattivi ebrei hanno poco tempo da perdere con chi sparge a piene mani pregiudizi di origine catto-comunista. Tipo la storiella secondo cui gli israeliani sarebbero un popolo artificiale, che e' creato dagli strateghi del Pentagono per il solo scopo di levare la terra agli aborigeni palestinesi, nel nome di fantasie bibliche che non sono state redente dalla miracolosa legge dell’amore portata dai francescani con la barba. Talmente cerca il dialogo, la povera Benedetta, che persino quando ne ha l’occasione evita di "aprire l’argomento Israele" “perche’ tanto non ne usciamo”. Ci tiene ai suoi pregiudizi e davvero non vuoi metterli in discussione. .
Ma perche' non aprirlo, questo argomento? Perche' non parlare di un Paese che le ha messo a disposizione persino strutture di pronto soccorso psicologico per fronteggiare le conseguenze di un attentato di cui lei si era accorta a malapena? Sono tutte manfrine. Lei ha in testa lo stereotipo degli israeliani rudi e poco ospitali (la terra non e’ loro, dopotutto, no?) e di questo pronto soccorso parla con il solito risolino, quasi quella roba fosse inutile. Se davvero gli israeliani volessero far finire gli attentati dovrebbero smantellare l'esercito, tirare giu' la barriera di separazione e andarsene affanculo.
Perche’ gli israeliani sono per definizione inospitali. Ospitali sono, naturalmente, i siriani. Ospitali verso gli italiani, e casualmente e’ cospicuo lo scambio commerciale tra Italia e Siria, nevvero? Ma non e' che gli studenti italiani sono una risorsa per i siriani e che quella e' una dittatura: chissa' se la generosa Benedetta ha provato in questi giorni a contattare la famiglia siriana che la ha ospitata con tanta generosita'.
Per lei sono gli israeliani ad essere barbari, ed e' (tenetevi forte), colpa della loro lingua. Ma perche' non si adattano al clima e imparano l'arabo? Come stupirsi, ci spiega seria Benedetta, se un popolo cosi’ patriarcale, maschilista, aggressivo ed arrogante, non ha nemmeno un termine per tradurre l’espressione “fare la nanna”.
Il che, naturalmente, e' una balla:
1 commento:
OT, ferocemente OT: certo che i video per bambini sono una cosa lisergica anche in Israele... mi chiedo se sia così in tutto il mondo.
Posta un commento