giovedì 16 giugno 2011

2 - Insofferenze

Mi fa davvero rabbrividire chi ritiene che in Europa l'antisemitismo sia scomparso. Sono semplicemente scomparsi gli ebrei. Ci sono luoghi d'Europa dove l'orrore nazista non e' arrivato, come l'Inghilterra - la cui popolazione ebraica diminuisce di numero ed invecchia. Ci sono luoghi in cui e' avvenuta una immigrazione ebraica, p. es. in Francia, dal Nordafrica, e non certo per volonta' di chi emigrava. Ma la maggior parte della popolazione ebraica europea e' sparita durante la seconda guerra mondiale, altri si sono spostati in Israele, ed altri -particolarmente in Europa dell'Est- sono stati costretti per decenni ad abbandonare ogni forma organizzata di vita ebraica. E' vero, in Est Europa adesso si assiste ad una rinascita, che e' per me una delle cose piu' commoventi che mi e' capitato di vivere. Ma manifestare insofferenza quando si parla di antisemitismo e' purtroppo un riflesso condizionato di molti europei, italiani inclusi.

Vedi per esempio cosa scrive Benedetta, qui, a "Per la mia compagna francese dire che forse l’uccisione una decina di persone sulla Freedom Flottilla non sia stata una grande idea diventa un segno di antisemitismo che porterà ad una seconda Shoah." La collega francese e’ solo una paranoica che non sa cogliere l’importante differenza tra chi odia la razza ebraica (antisemitismo) e chi vorrebbe negare al popolo ebraico il diritto alla autodeterminazione (o antisionismo).

Probabilmente questa atteggiamento irridente si deve alla sovrapposizione tra Shoah ed antisemitismo, di modo che se non ci sono forni crematori uno si sente autorizzato a dire che l'antisemitismo non c'e'. Cosi'il ghetto di Venezia, dove per secoli gli ebrei sono stati rinchiusi e costretti a portare un segno cucito sugli abiti, e trattati da cittadini di seconda classe, diventa per Benedetta solo un luogo pittoresco che nulla ha a che vedere con la Shoah (vero) ne' con l'antisemitismo (falso). Certo Benedetta non mostra alcuna empatia per per chi vive nel rischio di venire rapito, torturato per giorni, solo perche’ ebreo. Succede in Francia, eh. 

Ma anche nella stessa citta' dove Benedetta e' nata e cresciuta gli ebrei non sono esattamente benvoluti, e manco lo sono gli israeliani. Lei lo sa, lo scrive, ma considera piu' o meno dovuto che si passi sopra a uno degli episodi di razzismo piu' vergognosi della storia del basket italiano. Per la cronaca, chi ha organizzato la gazzarra non ha fatto un solo giorno di galera ed e' attualmente un rispettato libero professionista: la citta' non e' grandissima, e queste sono faccende di dominio pubblico. Ma per Benedetta in questo non c'e' nulla di grave. Dopotutto e' roba che non la riguarda.

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