Nelle ultime settimane e’ successo che ci siamo mobilitati. La Knesset stava per discutere (e quindi, forse, approvare) un progetto di legge che avrebbe limitato i poteri dei rabbini non ultraortodossi. In particolare era in gioco la possibilita’ di effettuare conversioni riconosciute dallo Stato. Il progetto di legge era pensato per risolvere la situazione di molti immigrati dalla ex URSS, che non sono considerati ebrei dalla normativa religiosa. E finiva per dare allo Stato il potere di compilare liste di rabbini autorizzati. Risultato: una porzione consistente della popolazione di Israele si sarabbe trovata a dipendere, per quanto riguarda la loro cittadinanza, dalle ubbie di alcuni rabbini ultraortodossi – di quelli che nemmeno autorizzano i propri adepti a fare il servizio militare, per intendersi.
E quindi e’ successo quindi che da questa parte dell’Atlantico ci si e’ inc...quietati di brutto, ed e’ partita una campagna da parte delle correnti ebraiche non ultraortodosse – che qui sono la maggioranza. Reform, Conservative [aka Massorti,] Ricostruzionisti, Modern Orthodox, ecc. ecc. si sono mobilitati, hanno riempito di messaggi le E mail e le segreterie telefoniche dei parlamentari di Israele e delle organizzazioni ebraiche della Diaspora – i cui leader rilasciavano preoccupate dichiarazioni del genere: Ma che cazzo state combinando la’ in Israele solo per accontentare una cricca di fanatici? O anche: questa e’ una faccenda di diritti umani e ve lo dico io che mi chiamo Sharansky e che di diritti umani ne so qualcosa. Eccetera.
Campagna che ha sortito un buon effetto, perche’ la discussione del progetto di legge e’ stata rinviata di sei mesi, ed e’ molto probabile che il progetto di legge venga stravolto e reso piu’ ragionevole. Sono fischiate molte orecchie nel governo di Israele, incluse quelle del primo ministro Netanyahu, detto Bibi. Il quale ha fatto sapere senza troppi complimenti che il partito che aveva proposto la legge non era poi cosi’ indispensabile al governo.
Ora – giusto per capirci. Una volta e’ capitato che un rabbino bizzoso israeliano abbia detto a voce alta due scemenze sulla Shoa, che cioe' e’ stata la punizione di Dio contro gli ebrei assimilati. Purtroppo sono cazzate di senso comune tra gli ultraortodossi. Io le ho sentite dire anche in Italia, al posto di assimilati metteteci riformati; non ricordo di aver letto nessuna sdegnata protesta da parte dei Custodi della Memoria. In Italia si sono lette dichiarazioni scandalizzate da parte dei dirigenti della Unione di [alcune] Comunita’ Ebraiche Italiane.
Risposta da Israele: e chi se ne frega.
Risposta da Israele: e chi se ne frega.
Le cose sono ovviamente diverse quando a mobilitarsi e’ la piu’ grande comunita’ della Diaspora, che spedisce consistenti donazioni in Israele, che investe in buoni del tesoro israeliani, che finanzia riforestazioni, Universita’ e partiti politici. Una comunita’ in cui gli ortodossi sono minoranza, che ha prosperato grazie alla separazione Stato-Chiesa caratteristica della legislazione americana – e che ha quindi qualche problema a capire come mai lo Stato compili liste di rabbini abilitati (what?) liste da cui si trovano ad essere esclusi rabbini americani (WHAT?) non ortodossi (WHAT THE HELL?). By the way, per il lettore italiano: qui nessuno trova strano che siano i rabbini a decidere le conversioni [who else should decide?] e che chi diventa ebreo abbia anche il diritto di diventare cittadino di Israele [isn’t a Jewish Country?] Una comunita’in stragrande maggioranza liberal e Democratica. What’s an assimilated Jew? The one who voted Repubblican once. He is lost forever to his relatives and friends.
Una comunita’ il cui passatempo preferito e’ il dibattito interno. Ora, l’ultima moda di questo dibattito interno e’ stata che i gggiovani stanno perdendo interesse verso Israele. Si tratta, beninteso, di timori esagerati, visto che i suddetti gggiovani ebrei sciamano ogni estate verso Israele in grandi numeri, grazie a programmi come il Birthright Israel. E percentuali mai viste prima di giovani ebrei americani, rampolli di famiglie liberal, si arruolano perfino nell’esercito. Ma e’ vero che la politica israeliana e' complicata, per uno stramaledetto sistema proporzionale, che se uno vuole cambiarlo fonda un partito e lo chiama Cambiamento. Ci sono al momento sedici partiti per centoventi seggi. Roba difficile da comprendere per chi cresce in un sistema bipartitico, dove perdipiu’ tutti gli ebrei votano per il medesimo Partito.
E quindi, e questo lo ho sentito dire anche nella sinagoga che frequento questa estate, what a fabolous exciting opportunity to get more people involved in Israel. Sicche’ mi sono messo di buzzo buono pure io a fare campaign, come si dice in Italia, all’americana. E mail a parlamentari di Israele, telefonate notturne (quando qui e’ notte voglio dire). E poi telefonate in America, quando qui e' giorno, per convincere a fare altre telefonate, ed E mail per far spedire altre E mail, e persino campagne porta a porta, ed ogni santa volta a chiedere would you consider another form of support (=soldi). Ed e’ andata come e’ andata: bene, cioe’.
Ora, a me fare politica piace, particolarmente quando si vince, che in Italia devo dire e’ successo poche volte, ma proprio poche. Se devo ricordare l’ultima volta che sono stato parte di un movimento dal basso che e’ riuscito a cambiare le cose per il meglio, mi viene in mente solo la manifestazione del 25 aprile 1994. Quella volta che ho preso acqua, tanta ma tanta, per mettere in chiaro, assieme a un milione di persone,, tra cui Nanni Moretti, che il governo Berlusconi e fascisti e leghisti non era una buona idea per l’Italia. Difatti e’ caduto poco dopo – merito (anche) di quella manifestazione cui avevo preso parte. E per la quale mi ero, come si diceva, sbattuto, con un logorio di telefonate e visite porta a porta per organizzare pullman e spostamenti. Non c’era ancora la E mail, almeno: io non la avevo.
Il fatto e’ che non mi vengono in mente altre manifestazioni cui ho partecipato che abbiano in qualche modo funzionato, che siano servite a ottenere lo scopo per il quale venivano convocate. Bisogna andare oltremodo indietro, forse addirittura al dicembre 1969, quando partiti e sindacati di sinistra portarono in piazza un sacco di gente per mostrare al mondo quanto era difficile fare un colpo di Stato in Italia. E ci riuscirono.
Sicche’ mi chiedo – a che cavolo servivano le manifestazioni ed i cortei? Perche’, pur essendo consapevole del nullo risultato, mi sono intruppato con cosi’ tanti 25 aprili, primi maggi, ucci-ucci ci mangiamo la Falcucci, cortei contro il razzismo e via mobilitando? Dove stava il punto? Tutte quelle telefonate, notti insonni, tensione prima del corteo, e dammi un cinque che la manifestazione e’ venuta, e il furgone in testa al corteo con il minimo che non tiene (e metti la seconda!), e leggi il testo concordato con la questura, e guarda quanti siamo, e la rai ne parla, e raitre l’intervista, e i numeri della questura da contrastare (“ma c’era anche il siulp!”), e la tensione, qualche volta con solide ragioni, che il solito gruppo di autonomi scatenasse la solita rissa e magari fronteggiare le minacce dei fascisti per tutta la settimana prima. Una volta il corteo contro il razzismo riusci’ cosi’ bene, che il giorno dopo noi di sinistra facemmo una colletta per pagare una torta al cioccolato da recapitare a casa del segretario del Fronte della Gioventu’ – c’era scritto Fecciaccia nera. Bello vero? Adesso la lega ed i razzisti sono al governo. Buono il cioccolato, ah si’. (Ah, dite che non e’ stato il 25 aprile 1994 a far cadere il primo governo Berlusconi? Vabbe’, non importa. Vuol dire che anche quella e’ stata liturgia, e non politica. Comunque, per me si’).
Nelle manifestazioni il popolo-di-sinista si incontra e celebra la propria irriducibilita’ al sistema di pensiero dominante, proclama che un altro mondo e’ possibile e che la globbalizzazione neoliberista e’ cacca. Per un buon paio di decenni a questa roba ho creduto e lo ho pure detto e scritto. E la banale verita’ e’ che quelle manifestazioni non avevano nulla di politico, non cambiavano una caccola di nulla, servivano solo per vedersi e farsi vedere ed erano insomma occasioni liturgiche. Celebrazioni cioe’ religiose, per le quali si interrompe il ritmo del lavoro (o dello studio). Ci si va provvisti di un dato insieme di strumenti rituali e bandiere e immaginette. Grandi, ma comunque immagini sono. Non ci sono preghiere, ci sono slogan. Ci sono luoghi in cui ritrovarsi – luoghi sacri, luoghi della Memoria.
Parola che, tra parentesi, ed in quanto ebreo, mi ha proprio sfracassato la uallera. Come se essere ebrei fosse solo una questione a) di persecuzioni b) di nonni. Ma da memoria della Shoah si e’ passati a memoria della Resistenza, e poi a memoria del Sessantotto e insomma memoria di un sacco di roba, di ripassare nelle stesse strade e nelle stesse piazze e davanti agli stessi luoghi dello stesso potere per dire noi siamo contro, siamo all’opposizione, noi non ci stiamo. Invece ci stavamo dentro benissimo, nel senso che si andava in manifestazione, anche (o forse precipuamente) per-conoscere-gente che condivide il tuo stesso ordine di valori, la tua cultura, le tue scelte, il tuo linguaggio e magari anche il tuo stile di abbigliamento e gusti musicali.
Mi manca tutto questo? No. Ne ho fatto parte? Si’. Ho imparato qualcosa? Che non si ottiene nulla, salvo creare gruppo, socializzare, celebrare quel che si e’ – sostanzialmente in opposizione a quello che altri celebrano, in una altra cultura. Loro guardano la Finivest, noi ascoltiamo Radio popolare, loro comprano all’esselunga, noi equo e solidale. ecc. ecc.
Questa dimensione liturgica, questo creare comunita’ sulla base della protesta (o del sentirsi altro, o antagonisti) e’ esattamente quello che manca nella politica all’americana di cui ho avuto esperienza, e che -altra differenza- funziona. Ottiene risultati. Non c’e’ una comunita’ da creare perche’ la comunita’ gia’ esiste. Il rabbino fa un sermone e parla di questa importante occasione e grave problema. Nella sinagoga in cui stavo aveva pure le slides per spiegare come si va sul sito tale per spedire la tale E mail al tale politico israeliano. E cosa scrivere nel subject per mettere in chiaro che era il denaro per la sua campagna elettorale che era a rischio. Dopo Shabbat siamo passati alle telefonate a casa di quelli che non ho visto al tempio, e ogni telefonata era accompagnata da Conosci qualcuno che potrebbe essere interessato, e siamo pure passati di casa in casa, beniteso dei membri della comunita’, di quelli che sappiamo essere a casa perche’ comunque se sono in vacanza lo sa gia’ la segretaria e se sono all’ospedale lo sa il rabbino. Il risultato di questa straordinaria mobilitazione lo si e’ visto fischiare nelle orecchie di Bibi.
Ora, io ogni tanto provo a spiegare questa cosa qua ai compagni, a quelli che ho conosciuto nei due decenni di cui sopra, e con cui ho condiviso pioggia e varie avversita’ (e poche vittorie) – ma la risposta che ottengo e’: perche’ tutto questo ben di Dio di mobilitazione ed energia non si mette in movimento per risolvere il problema dei problemi, ovvero la pace con i palestinesi e mandare a casa Netanyahou anziche’ solo fargli fischiare le orecchie e magari far saltare il suo partito di criminali responsabili (tutti, tutti) della guerra in Libano, dell’Olocausto di Gaza, della strage di Sabra e Chatila, e anzi far cadere il governo, e anzi far costruire uno Stato davvero democratico (non piu’ ebraico cioe’), che sia il degno rifugio dei nipoti delle persecuzioni e che dichiari al mondo che un altro mondo e’ possibile, a patto che non siate piu’ ebrei ma fratelli nella lotta contro il neoliberismo sbroc sbroc?
Le risposte che mi verrebbero sono Perche’ stai dicendo una fila di cazzate. Voglio vedere te ad andare di casa in casa a chiedere a dei contribuenti ebrei dei soldi per un movimento che abbassi le pretese degli ebrei . E a dire, senza ridere: altrimenti in Europa riprenderanno i pogrom, e poveri immigrati islamici hanno pure qualche ragione nel vederci come avversari se non ci schieriamo abbastanza decisamente per i due popoli due Stati. Ad un delirante ragionamento del genere, qualsiasi persona di buon senso risponderebbe che e’ una fila di cazzata affermare che sono gli ebrei a causare antisemitismo evocandolo troppo spesso. A maggior ragione lo risponderebbe un ebreo americano, che non e’ disposto –in questo Paese non lo e’ nessuno- a fare rinuncie oggi, per ottenere chissa’ quale ipotetico vantaggio futuro. Questo e non altro e’ il ragionamento di chi chiede che Israele rinunci a Gerusalemme, nell’illusione che gli integralisti islamici si calmino in tutto il mondo.
Hanno problemi a trovare consenso tra gli ebrei americani, persino quelli di J Street, che hanno un programma molto piu’ minimale e realistico rispetto a quello utopistico delineato sopra. Il cui sbocco massimo sarebbe la dissoluzione del popolo ebraico in un piu’ ampio, e sempre sconfitto, popolo della sinistra. E problemi di consenso sono, in America, problemi di soldi – difatti J Street va a bussare alle porte di benefattori arabi. Finora ha schivato quelli piu’ ambigui, ma questo non aumenta la popolarita’ tra gli ebrei. Per quanto bravi, voglio dire, loro possano essere con il marketing – ed indubbiamente lo sono, in USA funziona la strategia di presentarsi come “noi siamo quelli che danno voce alla maggioranza silenziosa, emarginata dai politici di professione”. Funziona, pero’, a breve, che dopo qualche mese che stai nei media (e quelli di J Street ci stanno piu’ frequentemente delle organizzazioni mainstream) non riesci piu’ a presentarti come emarginato. E siamo di nuovo al problema dei fondi. E del finanziatore dalle frequentazioni palestinesi, quindi sospetto.
Perche’, e questa e’ la risposta che riservo per quei compagni che veramente mi fanno spazientire , dopo un mese nel New England, e svariate conversazioni ed esposizione ai media, mi sono reso conto che per molti americani palestinese e' sinonimo di terrorista. Gli americani, anche quando sono Democratici e Liberal, e pure se non sono ebrei, sono poco sensibili alle frottole di parte araba - la storia dei nativi arabi cacciati da invasori sionisti venuti dall'Europa, p. es., che gli intellettuali europei bevono per vera.
Considerano Israele lo Stato che sta legittimamente da quelle parti, e i terroristi palestinesi come una minaccia anche per loro. Cosi' vedono le cose gli elettori democratici del New England, una delle regioni piu' liberal degli USA. Credo che in aree rurali e conservatrici, palestinesi ed arabi in generale siano ancora meno popolari , basta vedere la mobilitazione contro la costruzione di nuove moschee. Insomma, l'esatto opposto della percezione che si ha in Italia secondo cui Israele e' al fondo illegittimo e la sua nascita segnata da un qualche peccato originale cui sarebbe moralmente obbligato a porre rimedio, magari assieme a tutti gli ebrei del mondo. Facendo proprio il punto di vista -la narrativa, dicono qui- dei palestinesi, naturalmente.
Considerano Israele lo Stato che sta legittimamente da quelle parti, e i terroristi palestinesi come una minaccia anche per loro. Cosi' vedono le cose gli elettori democratici del New England, una delle regioni piu' liberal degli USA. Credo che in aree rurali e conservatrici, palestinesi ed arabi in generale siano ancora meno popolari , basta vedere la mobilitazione contro la costruzione di nuove moschee. Insomma, l'esatto opposto della percezione che si ha in Italia secondo cui Israele e' al fondo illegittimo e la sua nascita segnata da un qualche peccato originale cui sarebbe moralmente obbligato a porre rimedio, magari assieme a tutti gli ebrei del mondo. Facendo proprio il punto di vista -la narrativa, dicono qui- dei palestinesi, naturalmente.
Ecco, a chi dedica il proprio tempo a propagandare il punto di vista dei palestinesi chiedo se mai ha pensato che ne esista anche uno israeliano e per quale ragione quello dei palestinesi merita di essere ascoltato – o creduto, mentre quello israeliano andrebbe messo sotto silenzio. Cosi’, su due piedi, sapete dire almeno tre nomi di leader dei coloni, cosi’ come sapete identificare i nomi dei leader di Hamas? No, vero? E allora, quale e' il punto di vista non rappresentato nei media? Chi mette a tacere chi?
La sinistra italiana assieme alla quale ho fatto un pezzo di strada mi chiedeva di rinunciare alla mia identita’ e di assumere la loro – la loro liturgia di manifestazioni (tutte di Sabato, cioe’ Shabbat), i loro simboli tra cui la immancabile kefiah, la loro appartenenza in cui di ebraico c’era solo la Memoria . E qualche grossa lacuna, dentro questa mitologica Memoria: la piu’ macroscopica, quella del Mufti di Gerusalemme. E in cambio della partecipazione a questa identita’, dell’ingresso in questa religione, c’era la incomparabile ricompensa del sentirsi parte del gruppo di quelli che le hanno perse tutte, ma proprio tutte. Hanno fatto tante, colorate, manifestazioni. Tutti vestiti con gli stessi colori. E non hanno ottenuto nulla – salvo una volta, forse, mandare a casa Berlusconi. Non per sempre.
Ecco, il risultato, voglio dire. Nullo, in Italia. Ben programmato, ed ottenuto, qua in America. Mi sembra una differenza non da poco rispetto alla politica che mi sono trovato a fare qui Una esperienza inebriante, devo dire, che nella politica italiana mi mancava.
Pero’ mi e’ anche mancato un qualche altro apporto dall’Italia. Ma, scusate, una Israele piu’ pluralista, non dovrebbe essere un obbiettivo di sinistra, progressista e democratico? Si’, vero? E allora dove cavolo e’ stata la sinistra ebraica italiana, in queste due settimane? Ma no ... se non c’e’ di mezzo la palingenetica pace con i palestinesi non vale la pena, come si dice, di mobilitarsi.
8 commenti:
Ciao, bel post, grazie. Tu che conosci l'ambiente sx italiano, come spieghi l'esistenza di un sinistro cogl. tale che per zittirlo bisogna prenderlo a male parole? http://www.ipernity.com/blog/ritafoto/264392
Questo idiota ignorante e presuntoso ha letto tre volte Victims di Benny Morris e ancora non sapeva che Morris giustifica la pulizia etnica passata e futura (se necessaria).
E dice di non essere antisemita ma solo antisionista, perché ha "letto troppo Gandhi e Platone per essere razzista".
Guarda che immane fiumana di insulsaggini è riuscito a mettere insieme nel forum del Nuovo Partito della Canzone (nik Esperantista Azionista): http://nuovopartitodazione.forumup.it/about445-0-asc-0-nuovopartitodazione.html
Ha spaccato la coglia a mezzo mondo esperantista, la medusa fulminata...
Ciao Rita. No, non conosco l'ambiente di sinistra italiano - ho letto velocemente i link che hai postato e ho ri-conosciuto argomenti ed ossessioni che girano molto a sinistra. Si, vabbe', lui ha letto Gandhi e Platone. Ma non e' una questione di letture, e' una questione di pregiudizio. Chi coltiva un pregiudizio forte, e non riconosce di averlo (contro le donne, gli ebrei, i gay....) puo' anche impararsi a memoria tutta la letteratura, il pregiudizio gli rimane. E le letture diventano uno strumento a servizio del suo pregiudizio.
Sono il primo a trovare irritante quella gente. E siccome sono di sinistra, sono pure convinto che gli antisemiti nelle nostre fila ci facciano fare cattiva figura. Forse e' solo il caso di rassegnarsi al fatto che ci sono persone con stomaci molto piu' forti dei nostri.
Non ho presente bene i lavori di Benny Morris, per cui non posso darti ragione sulla faccenda della pulizia etnica. Pero' so che la popolazione araba in Israele a' aumentata dal 1948 ad oggi, mi sembra quindi una bizzarra pulizia etnica. Nessuno si chiede cosa sarebbe successo se invece gli arabi avessero vinto la guerra. La risposta e' semplice: le famiglie ebraiche vennero cacciate dal territorio che nel 1948 rimase in mano giordana. Erano altri ad avere in mente la pulizia etnica (questo credo lo spieghi Benny Morris meglio di me).
Grazie per la risposta. Morris stesso chiarisce la faccenda della pulizia etnica in un'intervista del 2004: http://www.logosjournal.com/morris.htm
Cmq, il punto è che un sinistro autoproclamatosi esperto di Morris e della storiografia sul conflitto mediorientale, ha dato dell'incompetente a me. Quando ho notificato che Morris stesso parla di pulizia etnica definendosi sionista da sempre (e non post-sionista, come diceva l'idiota), Einstein ha replicato immantinente, una cosa tipo: "Dicendo questo, dimostri l'incapacità del tuo cervello di elaborare nozioni complicate; Morris stesso potrebbe a ragione querelarti, perché estrapoli il concetto di pulizia etnica da un contesto molto complesso".
Mecojoni. Tramortito con estratti dell'intervista a Morris.
Ora, a te che sembri tutt'altra sorta di persona di sinistra, io chiedo: ma come riesci a sopportare questi esseri a densità sinaptica nulla, ignoranti e presuntuosi, convinti di sapere tutto e missionari didattici full-time. Scrivono con i piedi, sparano cazzate e pretendono pure di insegnare agli altri. Ma questi devono estinguersi e pure alla svelta.
p.s. io sono il lurker della Macchia Umana.
Grazie del link. Avevo sentito parlare di quella intervista del 2004, la leggero' con calma - DOPO essermi letto Vittime, che sta ancora sul comodino.
L'anno prossimo avro' la fortuna di studiare con Efraim Karsh, lo storico che ha demolito i sedicenti nuovi storici israeliani. Vedo che Morris sta nella lista delle letture preliminari, pertanto me tocca.
Come faccio a sopportarli? Non li sopporto affatto. Quando li leggo mi si alza la pressione arteriosa. Per questo cerco (non sempre riuscendoci) di starne lontano - e di cassarne i commenti. Altrimenti finisco a passare la vita a far divertire gente che non ha mai parlato con un ebreo e non vede l'ora di vomitargli addosso.
Il fatto e' che non credo sia possibile condurre alcun discorso razionale con chi ha la mente ottenebrata da pregiudizi. E' piu' interessante capire da dove derivano quei pregiudizi.
Ecco, io penso che di solito siano dovuti a una pessima educazione cattolica.
Senza offesa per i cattolici e gli educatori, voglio dire che se fosse stata una educazione un po' piu' approfondita quel genere di compagni avrebbero, capito che gli ebrei non hanno ucciso Gesu'. E che non mangiamo i bambini.
Forse avrebbero persino imparato che prima di parlare occorre documentarsi e che quando qualcuno ti sta a sentire o a leggere si tratta come minimo di un favore da ricambiare.
ciao [mi sembra di capire ci siamo gia' incontrati, ma non ricordo in quale settore della bloggosfera]
Ci siamo incrociati qui http://www.feathers.uk.net/2010/07/07/il-corretto-e-lutile/
Guarda, io non sono particolarmente religiosa, ma vengo da una famiglia molto cattolica, semplice (umida ma onesta, alla Troisi insomma). Ti sembro rincoglionita quanto l'idiota miscredente di sinistra?
L'anellide ha letto 3 volte Morris (dice), ritiene di essere un esperto e ci tiene a farlo sapere a tutti. Quello si è documentato benissimo, ma non ci ha capito una straminchia! Io devo dire all'espertone chi è Morris (un sionista da sempre) e che cosa pensa (pulizia etnica sì, se è necessaria), proprio io che non ho letto Victims?
E guarda che il tizio non pensa mica a chi ha ucciso Gesù. E si vanta anche di avere amici israeliani che condividono il suo antisionismo a fiorellini rosa.
Occhio, non sto discutendo le tesi di Morris, se siano condivisibili o meno. Sto proprio dicendo che il sinistro intellettuale medio legge e non capisce quello che vede scritto. E vuole pure dirozzare i cerebri altrui!
Il mito della cultura appannaggio della sx, ma con quale coraggio lo strombazzano? Ma a te non dà fastidio questa assurda presunzione panica?
ah, ecco. Felice di ritrovarti.
Guarda, tanto per essere chiari: hai ragione su tutta la linea. Il tale non legge una cippa, se legge lo fa per confermare i suoi pregiudizi.
La superiorita' culturale della sinistra e' una roba del passato, invecchiata come la media degli accademici italiani. Hanno perso il contatto con la realta' al di fuori delle aule e dei dipartimenti dove combattono le loro micro lotte di potere per piazzare l'allievo piu' fedele e spesso meno brillante.
Io aggiungevo solo che anche se si da' arie di laico, l'acefalo e' intriso dei peggiori pregiudizi, quelli per intenderci da cattolicesimo preVaticano II che gran parte dei cattolici piu' consapevoli si sono lasciati alle spalle da tempo.
Mi fa incazzare l'antisemitismo di sinistra? Si'. Incontro molti antisemiti di sinistra? Si'. Tra l'aaltro a sinistra l'antisemitismo lo vedo crescere. Mi fa incazzare l'antisemitismo di destra? Si'. Ne incontro molti di quelli? No.
Ora e' piu' chiaro? Diciamo che mi fa incazzare l'antisemitismo punto.
Quanto agli amici antisionisti dell'anellide non capisco cosa dovrebbero provare. Ci sono stati fascisti italiani che hanno disseminato l'Italia di bombe negli anni Settanta, volevano il colpo di Stato e dicevano che era per il bene dell'Italia. Nessuno gli ha dato retta, e nessuno li ha considerati i rappresentanti dell'Italia migliore, quelli che vedono chiaro nel futuro e bla bla bla. Non vedo cosa avrebbero di diverso da quelli che vogliono distruggere l'Israele di oggi per sostituirla con quella della loro fantasia.
Tutto chiaro e in gran parte condiviso.
Sul pregiudizio religioso, la mia opinione è che la Chiesa preconciliare non abbia inventato niente. La radice è anteriore e irrazionale ab ovo (vedi farmakós e fármakon). Il solito sincretismo: si prende un elemento pagano preesistente e si usa ad propagandam fidem suam, un po' maquillé.
Invece l'attuale antisemitismo spacciato per antisionismo, ben rappresentato dall'anellide, si spiega con il reboante fallimento della sinistra:
"The left is hawking totalitarian ideologies, falls in love with dictators and, in its offensive against Israel, ignores the destruction of fundamental rights. It hates rabbis, but falls in love with imams; shouts against the Israeli Defense Forces, but applauds Hamas’s terrorists; weeps for the Palestinian victims, but scorns the Jewish victims, and when it is touched by Palestinian children, it does it only if it can blame the Israelis. Why?... Because the left no longer has any ideas, only slogans. It no longer defends rights, but prejudices. And the greatest prejudice of all is the one aimed against Israel. I accuse, then, in a formal manner that the main responsibility for the new anti-Semitic hatred disguised as anti-Zionism, comes from those who should have been there to defend freedom, solidarity and progress...The treason of the left is an authentic treason against modernity". (Pilar Rahola, catalana, giornalista/scrittrice di sinistra).
Io dico che la fondazione dello Stato di Israele è un miracolo da difendere a ogni costo. E la "soluzione monostatale binazionale radicalmente democratica", proposta dall'anellide e dal Nuovo Partito della Canzone, è una corazzata Potiëmkin. Notare che secondo loro, tale soluzione risolverebbe il problema del terrorismo palestinese. Me cojoni.
Morris è un monello. Qui il moderatore dice che Finkelstein ha scritto un libro su Gaza: Morris scoppia a ridere (19:30). Poi 19:50 "There is no evidence that Hamas engaged in human shielding in Gaza" - Finkelstein aveva bevuto o non sa usare Youtube?
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