Biografia del recensore, che sono io. A scuola mi hanno imparato che se lo Stato e’ laico, questa e’ una buona cosa per noi ebrei che siamo una povera e sfigata minoranza perseguitata dai fanatici oscurantisti dell’Inquisizione. Lo Stato laico mi hanno imparato che e’ una cosa bella perche’ nato durante l’Illuminismo si propone di fare in modo che le religioni occupino poco spazio pubblico e che lo spazio pubblico va occupato dagli uomini che sono piu’ bravi e puri se le religioni non li corrompono. E le donne prive di condizionamento religioso si danno anche meglio al libero amore. Mi hanno poi imparato, i miei compagni piu’ grandi che ho conosciuto alla Universita’, che i comunisti sono i migliori eredi della migliore tradizione illuminista infatti hanno sempre protetto noi della minoranza ebraica.
Poi ho letto questo libro, e mi ha imparato delle cose nuove.
Arthur Hetzberg, The French Enlightenment And the Jews, Columbia Univ. Press, 1968.
Premessa – questo libro non e’ un elogio dell’Antico Regime, ne’ pretende di offrire munizioni per la denigrazione dei Sacri Lumi agli atei devoti tipo Giuliano Ferrara . Anzi, questo libro e’ stato pubblicato nel 1968, fate voi i conti di dove fosse Giuliano Ferrara: quindi non e’ parte di un oscuro disegno clerical-reazionario E’ un buon libro di storia, con una bibliografia di una trentina di pagine, e un elenco cospicuo di fonti archivistiche consultate. L’autore e’ stato un accademico (docente alla Columbia University e consulting editor di un paio di enciclopedie), un rabbino (in un periodo in cui diventare rabbini era acquisire un titolo universitario e molte universita’ americane non ammettevano ebrei) e un leader politico che ha marciato accanto a Martin Luther King nel 1963 e venti anni prima si e’ mobilitato perche’ gli americani conoscessero cosa stava succedendo in Europa [=Shoah, in caso non sappiate fare i conti]. Credenziali in ordine, dunque. Dedicato a questa qua.
Veniamo al libro. Introduzione. Hertzberg spiega che liberta’ uguaglianza fraternita’ [LUF] sono una bellissima cosa, ma che per gli ebrei non si sono realizzate con la auspicate velocita’. Vero. E che gran parte degli studiosi storici e militanti ha adottato la curiosa teoria del time lag, secondo cui gli ebrei erano esclusi da questo processo di emancipazione perche’ una parte della societa’ ancora resiste alla meravigliosa affermazione dei valori di LUF e parte di questa resistenza e’ inspiegabilmente quella degli ebrei stessi (ohibo’). Lui qui prova a suggerire che il time lag non sta in piedi come teoria.
Se, come me, vi ricordate il programma di seconda liceo, le guerre di religione in Francia e quel che sta intorno, troverete interessante quello che l’autore scrive nei primi capitoli. Comunque il libro segue per benino la nascita della ragion di Stato, le polemiche dei politiques, e il parallelo, o giu’ di li’, stabilirsi in Francia di una comunita’ ebraica marrana, cioe’ di figli e nipoti di gente convertita a forza al cattolicesimo, tollerati perche’ con i loro legami commerciali aiutano la corona a portare denaro all’interno dei confini. Il che in quei secoli era la ragione per cui gli ebrei venivano tollerati dove capitava a loro di venirlo, appunto. Niente di particolare se non che il gioco in Francia era piu’ scoperto, perche’ in linea di diritto gli ebrei non avrebbero potuto viverci (ed infatti fingevano di essere cattolici) e perche’ in Francia si sviluppo’ prima che altrove l’idea che lo Stato ha degli interessi propri, che al limite (un limite che veniva enunciato solo teoreticamente, ma lo si enunciava e questa era gia’ grossa) non erano necessariamente coincidenti con quelli della famiglia reale.
La cui religione, cosi’ continuava il ragionamento, non era poi cosi’ obbligatorio venisse condivisa dai sudditi. L’esigenza di staccare politica da religione prende quindi in Francia la forma di un attacco alla Bibbia, e qui si aprono per gli ebrei i problemi perche’ vengono identificati come fondamentalmente il popolo della Bibbia. Ma e’ di la’ da venire. Per ora la convinzione prevalente, a grandi linee definite mercantilista, era che, se c’e’ di mezzo l’interesse dello Stato, e lo Stato naviga in cattive acque e abbiamo qui un gruppo di persone che ha del cash in tasca, e questo gruppo di persone sono cittadini in base ad una finzione, perche’ sappiamo tutti che cattolici non sono, e’ quindi legittimo tassarli piu’ degli altri sudditi, giusto? Infatti e’ precisamente quel che succede e va a cadere sul groppone dei sefarditi, ex marrani di Bordeaux e dintorni, come pure su quello degli ashkenaziti che vivono in Alsazia, territorio che tra una vicissitudine e l’altra era finito sotto la corona francese per rimanerci, popolazione inclusa.
L’altra concezione economica corrente era la fisiocrazia, secondo cui la fonte della ricchezza dello Stato era l’agricoltura, e qui Hertzberg mostra in maniera convincente quali erano le convinzioni dei fisiocratici per quanto riguarda gli ebrei, e direi che si riassumono nel: “rieducazione obbligatoria”, cioe’: gli ebrei sono una popolazione degenerata, i loro sono costumi barbari, i pochi ebrei che mostrano di essere utili allo Stato sono quelli che si sono distaccati dalle loro leggi tribali, obbligateli al lavoro fisico duro e vediamo quante delle loro superstizione cazzate sopravviveranno. Uno legge queste pagine, e pensa che piu’ o meno questo progetto lo hanno provato nei ghetti nazisti e in Siberia.
A questo punto siamo gia’ al capitolo V, che si intitola From Mercantilism to Free Trade e che e’ effettua una analisi approfondita delle condizioni economiche degli ebrei francesi nei secoli di cui stiamo parlando – non membri delle corporazioni, proibito loro possedere terre, si trovano ad occuparsi di professioni spiccatamente loro – il commercio via mare per i sefarditi, commercio su piccola scala, e prestito, per gli ashkenazi.- e a tenere fuori i nuovi venuti da queste stesse professioni, anche se erano ebrei stessi come loro. Insomma, una popolazione ebraica divisa, con interessi economicamente diversi e magari opposti. E da bravo storico, Hertzberg fa seguire un capitolo di storia culturale, The Culture of the Jews, appunto, dedicato alla presa che le idée del tempo avevano tra gli ebrei francesi, e non stupisce che gli ingegni piu’ brillanti fossero attratti dal mercantilismo.
Alla storia culturale segue quella istituzionale, cap. VII e qui la faccenda si fa oltremodo interessante, perche’ il punto e’ che sia ashkenaziti che sefarditi erano interessati a mantenere una propria autonomia giuridica. Cioe’ a risolvere tra di loro le questioni legali sorte tra persone che praticavano la stessa professione, a avere proprie organizzazioni assistenziali, a celebrare i matrimoni con il loro specifico rito e le loro specifiche regole (diverse tra ashkenazi e sefardi, by the way) per quanto riguarda le doti ed i divorzi – idem per funerali e cimiteri. E idem anche per le scuole. Erano inoltree interessati ad avere, anche, un proprio sistema di tassazione, visto che la vita comunitaria ha dei costi, e stipendi p. es. degli insegnanti avevano da essere pagati, tali denari venivano p. es. dal consumo della carne kasher. Tutta questa autonomia giuridica, non poi cosi’ diversa da quella vigente in altri Paesi d’Europa, si reggeva sulla protezione del re, giacche’ le citta’ in cui vivevano gli ebrei poco tolleravano non tanto la loro esistenza come corpo separato (tutte le citta’ francesi erano, piu’ o meno, costellazioni di corpi separati) ma la loro attivita’ economica, che diventava concorrenza per la borghesia locale. La quale coltivava, ma guarda che strano, idée illuministe.
Le opinioni piu’ dure verso gli ebrei vengono espresso da quei letterati francesi che si scagliano contro la Bibbia. Ma naturalmente la grande star della letteratura francese era Voltaire. E le opinioni di Voltaire sugli ebrei le si conosce, ma vale la pena ripercorrerle assieme ad Hertzberg. Perche’ e’ vero si’ che Voltaire se la prende con la Bibbia dal momento che la considera la base del cristianesimo, e lui e’ parecchio incazzato con la Chiesa, ma le centinaia di volte in cui lui nominava gli ebrei divennero nei decenni successivi alla sua morte la forma abituale con cui l’Europa colta denmigrava ebrei come popolo (colpendone soprattutto le pretese di autonomia giuridica) ed Ebraismo come religione.
Abbiamo quindi avvocati, liberi pensatori voltairiani, che quando sono coinvolti in una causa contro una associazione assistenziale ebraica cui devono dei soldi, parlano diffusamente di “una setta che uccide bambini e crocefigge innocenti”, abbiamo Voltaire citato a piene mani da chi chiede l’espulsione degli ebrei da Metz: “l’eccellente sig. Voltaire ben sapeva che gli ebrei dei tempi biblici come quelli di ora sono falsi, barbari superstiziosi ed avidi”.
Abbiamo quindi avvocati, liberi pensatori voltairiani, che quando sono coinvolti in una causa contro una associazione assistenziale ebraica cui devono dei soldi, parlano diffusamente di “una setta che uccide bambini e crocefigge innocenti”, abbiamo Voltaire citato a piene mani da chi chiede l’espulsione degli ebrei da Metz: “l’eccellente sig. Voltaire ben sapeva che gli ebrei dei tempi biblici come quelli di ora sono falsi, barbari superstiziosi ed avidi”.
Ora, se siamo tutti convinti che l’antisemitismo sia una roba poco elegante, questo repertorio dovrebbe metterci qualche brividino e magari farci riesaminare la convinzione secondo cui gli Illuministi sono tutti parte dell’esercito dei buoni. Ma il peggio viene dopo, perche’ Voltaire tesse l’elogio del paganesimo, atteggiandosi a romano classico e culture di Cicerone, e dedica pagine agghiaccianti a spiegare come gli ebrei sono estranei al genere umano, nati con il fanatismo nei loro cuori, allo stesso modo in cui i tedeschi nascono con i capelli biondi. – i tedeschi, gia’. E questa contrapposizione tra il civile paganesimo greco-romano e la barbarie asiatica semitica lo si ritrovera’ nel XX secolo, provate un po’ a indovinare dove. Ma non e’ finita, no. Perche’ se Voltaire deve spiegare l’espulsione della Spagna (e l’Inquisizione) lui la va a cercare nella reazione della popolazione alla innata avarizia ebraica. Di piu’, all’odio che gli ebrei portano per il resto dell’umanita’, che disprezzano perche’ non e’ circoncisa, odio che insegnano ai loro figli nelle loro scuole. E via cosi’, perche’ tutto quell che hanno prodotto gli ebrei lo hanno solo rubato ai popoli vicini, poveri quegli egiziani che sono stati massacrati, e se Gesu’ ha fatto qualcosa di buono nella sua vita e’ stato cercare di cancellare questa orrenda superstizione dalla faccia della terra.
Ogni libro di storia ci racconta del concorso bandito tra i letterati di Metz su come rendere gli ebrei piu’ felici ed utili al regno. Vince, lo sappiamo tutti, l’abbe’ Gregoire, con il suo saggio “Sulla rigenerazione fisica, morale e politica degli ebrei”. Ma dando una occhiata agli altri saggi pervenuti, ci troviamo alcune brillanti idée di tipo fisiocratico – mandateli a zappare, insomma- un allegro collage di leggende medievali (omicidio rituale, innanzitutto) che pero’ cita Voltaire ad ogni pie’ di pagina, e la generale convinzione che nell’ebraismo non ci fosse nulla di buono, pertanto occorreva controllare molto da vicino quel che veniva insegnato nelle scuole ebraiche.
Ed eccoci qua, arriviamo cosi’ alla Rivoluzione ed agli ideali di LUF che rifulgono in tutto il mondo francofono e magari anche oltre. Gli ebrei vengono emancipati nel 1791. Aha! Fermi tutti, se nel 1789 abbiamo gia’ votato la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino e stabilito che “Gli uomini nascono e restano liberi ed uguali nei diritti”. Quindi a che cavolo serve un provvedimento specifico per gli ebrei, si chiede Hertzberg. E la risposta la troviamo negli scritti dei sacrosantissimi emancipatori. Perche’ la autonomia giuridica liberamente scelta dagli ebrei francesi per assicurare la continuita’ della propria condizione, andava pochissimo bene ai sostenitori dei liberissimi valori di LUF. E certo che c’era qualcuno, tra gli ashkenaziti di Alsazia, particolarmente, che non gradiva moltissimo il giochetto, ma venne messo a tacere sventolando la possibilita’ di riaprire un vecchio processo per falsificazione di denaro che vedeva coinvolti appunto alcuni ashkenaziti. Vale la pena di leggere le pagine che Hertzberg dedica alla questione perche’ sono un capolavoro, in cui la cronaca di anni cruciali [come forse solo il 1989 e’ stato in Europa] finisce per avere effetti epocali e di lunghissimo periodo. Oh che bella mossa, davvero del tutto inedita, che ci portano questi emancipatori. Siamo in un periodo in cui ondate di panico immotivato percorrono la Francia, l’insicurezza economica e’ una tragica realta’, e voi vedete di fare i bravi senno’ vi scateniamo addosso gente incazzata perche’ vi vede come degli arraffoni. Wowow, la liberte’ e l'egalite' e la fraternite'.
Tutta da leggere, poi, la ventina di pagine in cui Hertzberg analizza quel che tra 1789 e 1791 si diceve, si scriveva e si stampava, nella Francia illuminata ed Illuminista, a proposito di ebrei. Da leggere perche’ ci troviamo gli stessi argomenti che diventeranno l’architrave dell’antisemitismo contemporaneo – se gli ebrei osservano il Sabato non possono portare armi, quindi sono pericolosi per una nazione che si deve difendere, se osservano le loro norme alimentari sono un peso economico per la nazione (notare: prima viene levata la possibilita’ di pagarsi la carne kasher, poi si denuncia che continuano a produrla e che costringono alla fame i gentili), osservanmo troppe delle loro feste e quindi non possono diventare lavoratori produttivi (ricordate le geniali proposte dei fisiocratici?). La causa della loro perversita’ va ricercata nella religione, e come e’ noto tutte le religioni sono cattive anzi no (roba da non credere ma veramente degli Illuministi hanno dibattuto in questi termini) e’ la loro natura che li rende cosi’ malvagi ed infidi, infatti se non fossero tanto perversi che bisogno avrebbero di un Dio come quello della Bibbia. Stranieri per natura, manca loro l’amore per la terra in cui vivono e quindi sono facilmente spie e traditori, e questa caratteristica si trasmette lungo le generazioni. Non hanno in commune con noi la nostra civilta’ classica –ce lo ha mostrato, indovina!, Voltaire, e sono quindi una razza negra ed Africana, estranei alla Francia e all’Europa.
Conclusione Viviamo in un periodo in cui si scontrano il modello francese (Stato nemico di tutte le religioni) e quello americano (Stato come spazio in cui convivono le diverse religioni) di laicita'. Vedi ad esempio qui, come la pensa l'Osservatore Romano. Voi credevate che fosse una cosa nuova, e invece no. Buona lettura.
1 commento:
insegnato, non imparato. ;)
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